Delitto in Slovenia: anziana uccisa a Bertocchi, fermata la nipote

La donna sospettata di avere assassinato la nonna nella sua abitazione. L’arma del delitto trovata in un cassonetto
Una mappa di Bertocchi tratta dal web
Una mappa di Bertocchi tratta dal web

CAPODISTRIA C’è sgomento e costernazione nell’opinione pubblica slovena per l'efferato delitto consumato nel sobborgo di Bertocchi, nel comune di Capodistria, abitato da neanche un migliaio di persone. Una donna di 85 anni è stata uccisa nella sua abitazione e a essere sospettata è la nipote di 31 anni, incensurata. La notizia ha avuto naturalmente un forte impatto sull’opinione pubblica e ha trovato ampio spazio anche sui media croati.

In merito alle indagini ancora in corso, la polizia ha rilasciato finora soltanto poche informazioni. Il vicecomandante della Criminalpol di Capodistria Dejan Grandić si è limitato a dichiarare che è stata trattenuta in stato di fermo una cittadina slovena trentunenne sospettata dell'assassinio, senza indicare il legame di parentela con la vittima: legame emerso da fonti ufficiose.

A trovare l'anziana esanime al suolo intorno alle 19.30 era stata la figlia, dopo essere entrata nell’abitazione per portare la cena alla madre. Alla vista del cadavere la donna è uscita invocando aiuto, e ha così richiamato l'attenzione di un vicino. L'uomo - che è entrato in casa - ha poi raccontato di aver trovato l'anziana in un lago di sangue, con due vistose ferite da taglio al collo. La polizia, chiamata dall’uomo stesso, è accorsa in tempi molto rapidi: gli agenti non hanno avuto dubbi nel parlare subito di omicidio. C’è un particolare che fa pensare che la donna sia stata uccisa pochi minuti prima che la figlia arrivasse: sul fornello della cucina c'era un recipiente con due uova che l'anziana stava cuocendo, e c’era ancora dell’acqua nel pentolino.

Il sopralluogo è stato effettuato anche dal procuratore della Repubblica e dal giudice istruttore del Tribunale di Capodistria. Ora si attende l'esito dell'autopsia sulla salma, che potrebbe fornire qualche elemento prezioso sulla dinamica dell'omicidio.

A proposito dell'arma del delitto, la polizia ha parlato genericamente di un corpo contundente che è stato poi ritrovato in un cassonetto delle immondizie nelle vicinanze dell’abitazione in cui si è consumato il delitto. Non è stato precisato se si trattasse di un coltello o di un altro oggetto. Gli inquirenti per ora non hanno avanzato ipotesi sul possibile movente dell'assassinio; si suppone che l’omicidio sia stato preceduto da un diverbio tra l'omicida e la vittima, degenerato poi nel peggiore dei modi.

A quanto raccontato dai vicini, la donna fermata soffrirebbe di disturbi psichici e già l’estate scorsa avrebbe aggredito verbalmente in modo violento la nonna, con la quale aveva vissuto fino a pochi mesi fa per poi lasciare la casa. Quanto alla vittima, è stata descritta dai vicini come persona socievole e solare.

Ora si attende che la Procura apra un fascicolo d'indagine nei confronti della trentunenne che, se fosse giudicata colpevole, rischia fino a un massimo di 15 anni di carcere. —


 

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