«Delitto Giraldi, non parlai per paura»

Si chiama Alfonso Forgione, ha 31 anni. È l’accusatore di Antonio Fiore, 41 anni, l’uomo arrestato perché ritenuto l’assassino del tassista Bruno Giraldi. Omicidio per il quale è già stato condannato Fabio Buosi. I pm Federico Frezza e Lucia Baldovin lo hanno interrogato per tre volte. Tante quante i poliziotti e i carabinieri sono andati a prenderlo a Napoli, dove abita, per accompagnarlo a Trieste. Alla fine ha ceduto. Ha detto: «Ho parlato solo dopo 11 anni perché avevo paura. Ora mi sento pulito». Forgione, che fino a qualche anno fa abitava in largo Santorio, ha raccontato delle confidenze avute dall’«amico d’infanzia» Antonio Fiore.
Queste le sue parole che non lasciano scampo a equivoci. «Dopo circa due mesi (ndr, dall’omicidio) in un nostro incontro casuale mi ha detto testualmente: “Hai visto il telegiornale?” e poi “Ho ammazzato io quel tassista”. Gli ho chiesto: cos’hai combinato? Fiore ha risposto con un “sì”. Io sono rimasto senza parole, non sapevo che cosa dire».
Il racconto di Forgione si riferisce sostanzialmente a quello che è accaduto nella notte dell’omicidio del tassista Bruno Giraldi, tra il 22 e il 23 novembre del 2003. «Quella sera, verso le 23 - ha detto Forgione - mi sono incontrato con Fiore in piazza Oberdan con l’intento di passare una serata assieme. Fiore era giunto in sella alla sua moto Aprilia. Faceva freddo. Così abbiamo deciso di andare alla birreria Benningan’s che si trova alla fine delle Rive. Ci siamo arrivati con i nostri mezzi. Io ero al volante della mia Golf di colore grigio chiaro, Antonio era con la sua moto. Oltre che in birreria siamo stati in giro in altri locali utilizzando la mia Golf».
Forgione poi racconta come i due si siano spostati, quella notte, nella zona di Opicina. «All’altezza dell’Obelisco siamo stati fermati da una pattuglia dei carabinieri. Saranno state le 4 del mattino. Poi sono andato a casa, allora abitavo in via Madonnina».
Il colpo di scena circa due ore dopo. «Ho sentito suonare il campanello. Mi sono affacciato alla finestra. Era Antonio che mi ha chiesto se potevo prestargli la macchina. Ho acconsentito e gli lanciato lo chiavi. Nelle ore successive non ho sentito Fiore né di persona, né al telefono. Il pomeriggio del 23 novembre è tornato a casa mia. Mi ha lanciato le chiavi della strada dopo aver parcheggiato l’auto. Mi ha detto “Accendi il televisore e vedi cosa ho combinato”. Poi mi ha salutato e se n’è andato a piedi. Era da solo. Al momento ho pensato che mi avesse ammaccato l’auto. Sono sceso in strada e sono andato a controllarla ma ho visto che era in ordine. Alla sera ho acceso la televisione e ho appreso la notizia dell’assassinio di un tassista. Ho subito collegato l’uccisione con la frase pronunciata da Antonio Fiore». E lo stesso Fiore due mesi più tardi avrebbe ribadito a Forgione di avere ucciso Giraldi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo