Delitto di via Puccini, il mistero delle chiavi

TRIESTE Una trentina di mazzi di chiavi, senza nome e senza indirizzo. Gli accertamenti dei poliziotti della Squadra mobile su Tiziano Castellani, 42 anni - l’ex rappresentante di aspirapolveri Vorwerk Folletto ritenuto l’assassino di Nerina Zennaro Molinari, 87 anni -, passano anche da qui: dallo sforzo di “decifrare” la presenza di così tante chiavi, comprese quelle dell’appartamento dell’anziana uccisa, nella casa dello stesso Castellani.

A cosa dovevano servire e a chi appartenevano? Secondo le ipotesi della polizia, le chiavi in questioni provenivano da una serie di abitazioni, per lo più di proprietà di persone anziane, svaligiate da Castellani. Il rappresentante, sempre secondo la ricostruzione degli inquirenti, riusciva a farsi aprire la porta con la scusa di presentare aspirapolvere e pezzi di ricambio. Poi, una volta varcata la soglia, approfittava di qualche momento di distrazione delle vittime e sottraeva le chiavi. Le stesse che usava poi per mettere a segno una seconda “visita” negli alloggi, facendo sparire oggetti di valore.
Un’ipotesi suffragata da un dettaglio emerso durante la perquisizione nella casa di Castellani in via Lavareto 3, disposta dal pm Cristina Bacer. Lì sono stati trovati diversi oggetti, che hanno fatto subito pensare al bottino di una serie di furti. Furti magari anche denunciati dalle anziane vittime, ma difficili da “leggere” come tali: l’assenza di segni di effrazione nelle case finiva infatti per sviare gli investigatori, più propensi ad avvalorare la tesi dello smarrimento accidentale dell’oggetto di valore piuttosto che quella del furto vero e proprio.
Stando agli inquirenti, dunque, Castellani era un autentico “professionista” del crimine, specializzato in colpi seriali. Nel corso delle indagini sono infatti emersi altri particolari relativi alla vicenda sfociata poi nell’omicidio di Nerina Zennaro Molinari. Castellani l’aveva conosciuta nel 1998 quando le aveva venduto un’aspirapolvere con i relativi accessori. Due anni fa l’aveva contattata, convincendola a sostituire l’elettrodomestico. Poi, nello scorso mese di ottobre, si era nuovamente fatto vivo per proporle un battitappeto. La donna in un primo momento aveva rifiutato l’offerta. Ma - come testimoniano le numerose telefonate evidenziate dai tabulati - Castellani aveva insistito. Finché era riuscito a fissare un appuntamento alle 17.45 del 21 gennaio.
L’ora, nella ricostruzione degli investigatori, è fondamentale. Perché alle 17.40 le telecamere posizionate davanti alla caserma di San Sabba a poche decine di metri dalla casa dell’anziana, hanno filmato il passaggio della sua vettura, una Ford Mondeo. Alle 17.50 la presenza del rappresentante di aspirapolvere nella casa dell’anziana è stata confermata indirettamente dal segnale del suo telefonino. Il cellulare di Castellani, hanno appurato gli investigatori, era “appoggiato” proprio alla cella vicina alla casa di Nerina Zennaro Molinari. Poi attorno alle 17.45 il cellulare è stato improvvisamente spento. Per riattivarsi il giorno dopo in un’altra zona della città. E questa - secondo la polizia e il medico legale Fulvio Costantinides - sarebbe stata l’ora della morte dell’anziana. Ci sono poi altri particolari che lasciano immaginare quello che è successo prima nel corridoio dell’appartamento e poi in uno stanzino vicino. Le fratture e le lesioni interne al corpo di Nerina Zennaro Molinari sono state individuate dal medico legale Fulvio Costantinides solo in un secondo momento grazie alla Tac post mortem: sono state evidenziate gravi fratture alle costole, alle scapole e al rachide cervicale, pur in assenza di evidenti contusioni esterne.
Insomma, secondo questi accertamenti, Castellani ha colpito utilizzando la parte piatta del battitappeto. Sono stati almeno quattro cinque colpi sferrati dall’alto verso il basso facendo rovinare sul pavimento la vittima che ha sbattuto la testa contro lo spigolo di un mobile. Poi per rendere più credibile la scena, prima di spezzare il tubo del gas e togliere i pomelli della cucina economica, l’assassino ha staccato dal muro una specchiera facendola appoggiare al corpo dell’anziana riversa sul pavimento.
Intanto questa mattina è previsto in carcere l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Luigi Dainotti. Con Tiziano Castellani sarà l’avvocato Maurizio Mazzarella di Pordenone. Ieri è stato secco: «Il mio assistito si avvarrà della facoltà di non rispondere». Poi ha aggiunto: «Ho l’idea che si tratta solo di indizi. Gli oggetti che hanno trovato nella casa potrebbero averglieli regalati...».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo