Delitto di Pordenone, si indaga sui social
PORDENONE. Potrebbe essere finalmente arrivato il giorno «del passo in avanti», quantomeno sotto il profilo delle ipotesi da avvalorare rispetto a quelle che potrebbero diventare secondarie. Oggi, infatti, i carabinieri del Ris e del Ros torneranno a Pordenone. Sul tavolo degli inquirenti, una trentina quelli che stanno lavorando sul duplice omicidio al comando provinciale dell’Arma, i tabulati telefonici delle utenze di Trifone Ragone e Teresa Costanza. Lo screening sugli ultimi quattro mesi – in un secondo momento, se ritenuto necessario, la ricerca sarà estesa più indietro nel tempo – potrebbe dare risposte su presunti stalker, gli spasimanti della ex bocconiana potrebbero essere almeno due, o comunque sulle persone «insistenti, sospette o compromesse»; capire per quali motivi lo fossero sarà lo step successivo. In parallelo, coordinati dalla procura di Pordenone, stanno indagando anche i carabinieri di Milano, compagnia Porta Magenta, per vagliare la “pista milanese”.
Teresa Costanza arriva a Pordenone per amore, ovvero per convivere con il fidanzato conosciuto durante un corso nel capoluogo lombardo. Contemporaneamente, però, avrebbe cercato stabilità economica e sistemazione logistica, per entrambi, in Lombardia.
I carabinieri milanesi hanno sentito diverse persone che, tra il 2013 e il 2014, avrebbero avuto contatti con Teresa Costanza, soprattutto nel mondo della movida e delle palestre. Lei si sarebbe proposta ad alcuni imprenditori come ragazza immagine per eventi e come hostess. Per il compagno avrebbe proposto un’occupazione come istruttore di fitness e sollevamento pesi. Due anni fa, peraltro, quel messaggio in privato, ad un imprenditore della movida lombarda: «Stai affogando nelle tasse? Why? Se vuoi ho un paio di soluzioni». Un messaggio sul quale stanno lavorando gli inquirenti. Insomma, anche in Lombardia la coppia cercava di “arrotondare”, come tra Veneto e Friuli, lei come ballerina, lui come accompagnatore e animatore col pallino del culturismo.
«Dai social network potrebbero giungere interessanti informazioni sui giovani uccisi» aveva detto il procuratore Marco Martani. E proprio sui social sta lavorando il team degli esperti informatici. Alcuni sono già stati scremati, anche di persone con doppio profilo, magari autonomo e indipendente l’uno dall’altro, come quello di Trifone, che in un’altra pagina diventa Luca Bari. Gli inquirenti analizzano i minimi “movimenti” on line: chi posta e cosa, chi si aggiunge e chi si ritira dal fluido contesto della rete dove tutto, comunque, resta tracciato.
Il secondo fronte, appunto, è quello dei tabulati telefonici. Le utenze intestate alla giovane coppia uccisa potrebbero fornire indicazioni importanti – e magari un movente certo tra soldi, ricatti, passione, vendetta, anabolizzanti e mafia – che oggi ancora non c’è. Stamattina una prima lenzuolata di dati – traffico telefonico, sms, dialoghi on line attraverso app - sarà a disposizione degli inquirenti.
Le ultime persone sentite o chiamate dalla coppia prima dell’esecuzione sono già individuate. Dai tabulati sarà appurato se vi siano spasimanti, o comunque persone con le quali Teresa e Trifone sarebbero rimasti in contatto e perché. I tracciati potrebbero aiutare a capire «in quale grosso guaio si erano cacciati» per essere giustiziati in maniera brutale, addirittura col colpo di grazia, davanti al parcheggio della palestra che frequentavano. Un atto dimostrativo? «Ucciderli davanti a casa sarebbe stato meno rischioso», confida un investigatore. Eppure il luogo scelto è stato quello, sì privo di telecamere, ma non di potenziali testimoni: fuori dalla palestra, però, il killer avrebbe avuto almeno quattro occasioni per uccidere solo Teresa. Invece no, ha inteso uccidere, forse su commissione, tutti e due.
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