Delitto di Palmanova, "Nadia non aveva tradito Francesco"

Le ultime ore della ragazza ricostruite dai genitori. Il legale: «Lui era diventato uno di famiglia, figura anche possessiva»

UDINE. Nadia Orlando era uscita di casa per un chiarimento con Francesco Mazzega, il suo fidanzato. Lo aveva detto ai genitori, infilando la porta di Vidulis di Dignano dopo il whatsapp con cui le aveva annunciato il proprio arrivo. Non si era cambiata, né aveva preso borsa e documenti. Con sé aveva soltanto il cellulare. Ecco perché, fattosi ormai tardi e non vedendola rincasare, il padre Andrea e la madre Antonella Zuccolo avevano cominciato a preoccuparsi. Un presagio angoscioso, il loro, cresciuto con il passare delle ore e dopo che tutti i tentativi di contattarla al telefono, nel frattempo senza più segnale, erano risultati vani. Inutili anche le ricerche condotte dentro e fuori il paese dallo stesso papà. Il resto della notte, va da sé, nessuno dei due genitori era riuscito a chiudere occhio e la mattina successiva era scattata la segnalazione ai carabinieri di San Daniele.

 

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Nadia Orlando e Francesco Mazzega (Foto tratta dal Messaggero Veneto)



La drammatica ricostruzione degli ultimi momenti trascorsi con Nadia e di quelli seguiti alla sua scomparsa, la sera di lunedì scorso, è soltanto uno dei passaggi della lunga testimonianza che la coppia ha reso agli agenti della Squadra mobile, durante il lungo colloquio tenuto ieri in Questura, a Udine.

Cominciata attorno alle 13, l’audizione è proseguita fin quasi le 20, per un totale di sette faticosissime ore volte a chiarire, anche con il loro aiuto, cosa e perché abbia portato la relazione amorosa che la figlia ventunenne aveva instaurato con Francesco, suo collega alla Lima di San Daniele, originario di Muzzana, residente a Spilimbergo e più grande di lei di 14 anni - compirà 36 anni il 10 agosto -, a degenerare in omicidio.

 

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Costituitosi dopo avere vagato per quasi 11 ore con il corpo senza vita di Nadia ancora seduto sul lato passeggeri, Mazzega ha riferito al pm di avere afferrato il collo della fidanzata e di avere premuto fino a strozzarla, al culmine di una lite avvenuta all’interno della sua Yaris, sul greto del Tagliamento, dopo che lei gli aveva detto di averlo tradito la sera prima alla sagra del paese.

Ed è proprio questa parte del racconto dell’indagato che la famiglia della giovane ha voluto smentire, attraverso le dichiarazioni affidate al proprio legale, l’avvocato Fabio Gasparini, di Pordenone. «Non risulta alcun tradimento – ha detto –. Stiamo fornendo all’autorità giudiziaria tutti gli elementi a nostra disposizione e in grado anche di salvaguardare l’immagine di Nadia, che in paese era molto conosciuta, integrata e ben voluta».

Di Francesco, che con la figlia aveva cominciato a frequentarsi l’estate scorsa, i coniugi Orlando si erano fidati. «Era diventato uno di famiglia – continua il legale – e la loro era una relazione all’apparenza normale». Nella prospettiva dei genitori, tuttavia, quella di Francesco era «una figura molto presente, per certi versi possessiva e quasi ossessiva nella vita di Nadia».

Episodi particolari non paiono emergere, ma l’intuito dei genitori, e del papà in particlare, lo aveva portato già in precedenza a manifestare qualche perplessità per quella relazione.

Lo stesso assassino, nell’interrogatorio di martedì nella sede della Polstrada di Palmanova, aveva ammesso come ultimamente le discussioni con Nadia fossero sempre più frequenti, riconducendo la causa «alla differenza d’età».

E se è vero, come è stato confermato anche da due amiche e da una cugina della vittima, che alla sagra di Vidulis - dove Nadia aveva aiutato come volontaria ai chioschi fino a domenica - lui si era infastidito nel vederla distante e impegnata con le amiche al lavoro, è anche vero che la coppia era appena rientrata da una vacanza insieme, e da soli, nella Puglia.

«Negli ultimi venti giorni – aggiunge ancora l’avvocato Fabio Gasparini – stavano insieme quasi 24 ore su 24. Lui passava a prenderla al mattino per recarsi al lavoro, poi tornavano insieme e spesso anche si fermava da loro».

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