Delitto di Monfalcone, triestino l’indagato
È nato a Trieste, risiede a Duino ed è di origini familiari meridionali il ventenne indagato per l’omicidio del portuale di 38 anni Riccardo Degrassi, aggredito e finito con un vaso portafiori al capo, nella notte tra venerdì e sabato della scorsa settimana, in via Marco Polo, a Panzano, a poca distanza dalla sua abitazione.
Non è dunque uno straniero il ragazzo attualmente in carcere a Gorizia per i gravi indizi a suo carico, peraltro con altre pendenze giudiziarie nonostante la giovanissima età. La misura cautelare è stata disposta dal Gip del capoluogo isontino Paola Sant’Angelo, che non ha invece convalidato il fermo poiché non sussiste il pericolo di fuga. A parlare di uno straniero quale indiziato del delitto era stato il procuratore Caterina Ajello, evidentemente per ragioni relative alle indagini. Ma alla fine si è arrivati alla reale provenienza dell’indagato, nonostante lo stretto riserbo sulle indagini. E nulla trapela sui gravi indizi che hanno portato al fermo e alla successiva misura cautelare del ventenne.
Nessuna dichiarazione, né commento, in questa fase d’inchiesta preliminare da parte del legale difensore del giovane, che anche durante l’interrogatorio di garanzia davanti al Gip si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Intanto dalla Procura di Gorizia dovrebbero essere state inviate, come prevede la legge, le comunicazioni ai familiari della vittima, in relazione all’eventuale costituzione di parte civile. C’è da ritenere che la Procura stessa sia in possesso di elementi almeno parzialmente utili a ricostruire movente e circostanze del delitto. L’impressione è che a breve termine si possa arrivare, o quantomeno è ciò che auspicano Procura e forze dell’ordine, a una soluzione di questo controverso fatto di sangue.
Restano aperti ipotesi e interrogativi, come l’eventuale partecipazione di più persone all’omicidio, una pista che non viene comunque esclusa dagli inquirenti. C’è inoltre da considerare la posizione del ventenne indagato, per il quale non è stato convalidato il fermo perchè non sussiste il pericolo di fuga. Escludendo la reiterazione del reato, resta l’ipotesi dell’inquinamento delle prove.
A Monfalcone e a Panzano sono in molti a non credere che Riccardo Degrassi sia stato ucciso da una sola persona. Non è facile riuscire a mettere fuori gioco un uomo comunque di una certa prestanza fisica e al contempo colpirlo al capo con un vaso portafiori recuperato da un giardino limitrofo, dopo aver scavalcato la recinzione.
Certo è che l’esito dell’autopsia potrà dire molte cose per far luce su cosa è accaduto quella notte, compresa la compatibilità tra le ferite e i traumi riportati dalla vittima con l’opera di una sola persona o meno.
Sul tappeto inoltre la circostanza della telefonata che Riccardo Degrassi avrebbe ricevuto mezz’ora prima di morire, attraverso un cellulare chiesto in prestito a un avventore, nel centro monfalconese, da un giovane che lo avrebbe avvicinato assieme ad altri due ragazzi. Sono tutte ipotesi e interrogativi che ci si augura possano trovare risposte in tempi brevi.
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