Delitto di Longera, inchiodato anche da una teste
Un puzzle di prove e di elementi indiziari a carico di Ramadan Tepeku, il giardiniere kosovaro di 40 anni, arrestato per l’omicidio di Bruna Cermelli, 76 anni, l’anziana disabile ammazzata dopo essere stata violentata nella sua villetta di strada per Longera lo scorso 14 marzo. L’elemento-cardine è la testimonianza di Isabella Furlan, una vicina di casa. Che in due differenti deposizioni ha riferito ai carabinieri del reparto investigativo di via dell’Istria di aver visto nella sera dell’omicidio un uomo in strada per Longera che poi ha riconosciuto in una fotografia di Ramadan Tepeku. Non solo. Gli investigatori coordinati dal pm Massimo De Bortoli hanno ricostruito attraverso i tabulati telefonici gli spostamenti del giardiniere nelle ore dell’omicidio. In pratica da questa analisi è emerso che la sim di Tepeku in quelle ore aveva sollecitato le celle telefoniche di via Piccardi e via Matteotti. Elementi questi ultimi che confermano in maniera indiscutibile la presenza del giardiniere kosovaro non solo in città, nel giorno dell’omicidio, ma anche nella zona di strada per Longera, vicino alla villetta di Bruna Cermelli.
Ma c’è di più. Nello scorso mese di aprile, durante uno dei tanti sopralluoghi nella villetta dove abitava l’anziana disabile, gli investigatori hanno trovato un bloc-notes di marca Bristol in cui, sulla seconda copertina, era stato annotato dalla donna il nome Ramadan con un numero di telefono cellulare. È stato da questo semplicissimo elemento che sono ripartite in quell’occasione le indagini arrivando al nome completo di Ramadan Tepeku localizzandolo nella provincia di Bologna. Poi gli investigatori hanno recuperato i mozziconi di sigaretta di Ramadan Tepeku. Estraendo poi il dna in modo tale da confrontarlo con quello ricavato dai liquidi organici che erano stati trovati nella biancheria dell’anziana donna. Non solo. Un ulteriore elemento indiziario è stato quello delle tracce di pelle trovate sotto le unghie della vittima. Segno che Bruna Cermelli si era difesa nel disperato tentativo non solo di fermare il rapinatore ma anche di evitare la violenza sessuale. L’assassino, come aveva evidenziato il medico legale Fulvio Costantinides, l’aveva immobilizzata comprimendole con le mani la bocca e il naso e fratturandole una vertebra.
Nei prossimi giorni Ramadan Tepeku sarà portato a Trieste dove il giudice Luigi Dainotti lo interrogherà. Sarà presente il difensore Walter Zidarich.
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