Delitto di Gretta, Tarlao: «In cella sto bene»

L’ex fantino del Palio di Siena va a processo per l’omicidio del coinquilino. Prima udienza in Corte d’Assise il 15 ottobre
Foto BRUNI 16.08.2018 Omicidio Gretta:la scientifica fa sopralluoghi
Foto BRUNI 16.08.2018 Omicidio Gretta:la scientifica fa sopralluoghi

TRIESTE  Per il novantunenne Luciano Tarlao, accusato dell’omicidio del coinquilino Mauro Vazzano, scannato in un appartamento Ater di via Santi 7 a Gretta con una serie di coltellate al ventre e alla gola, si aprono le porte del Tribunale. La prima udienza del processo è fissata per il 15 ottobre in Corte d’Assise.

Tarlao è stato rinviato a giudizio dal gup Guido Pariarchi. L’imputato, difeso dall’avvocato Enrico Miscia, nonostante l’età è ancora detenuto al Coroneo da quasi un anno: l’anziano, ex fantino del Palio di Siena, è considerato pericoloso e incapace di contenere gli impulsi violenti. Il medico che l’ha visitato ritiene comunque le sue condizioni di salute del tutto compatibili con il carcere. D’altronde lo stesso Tarlao non sembra disdegnare la prigione. «Non ho mai mangiato così bene come qui», ha detto agli inquirenti.

Tarlao e Vazzano condividevano l’alloggio di Gretta per ragioni di convenienza economica, cioè per far fronte alle spese quotidiane: il novantunenne, in cambio dell’ospitalità, versava all’inquilino 10 euro al giorno.

Potrebbe essere proprio questo il movente: i soldi, la “tariffa” giornaliera dovuta. Il 7 agosto, il giorno prima dell’omicidio, l’anziano non avrebbe pagato quanto pattuito. Uno sgarro che potrebbe aver innescato una furibonda lite tra i due inquilini (peraltro confermata dai vicini che avrebbero sentito le urla) sfociata la notte successiva nel barbaro delitto.

Dalle ricostruzioni investigative è emerso che Vazzano, di quarantaquattro anni, con molta probabilità è stato ucciso nel sonno.

Il delitto è uno dei più feroci mai avvenuti a Trieste: l’assassino si era accanito sul corpo della vittima sferrandole una serie di coltellate al ventre. Poi, per completare l’opera, l’aveva sgozzata.

Gli indizi che riconducono a Tarlao – raccolti nell’indagine del pm Matteo Tripani – sono numerosi: dalle tracce di sangue rivenute nell’appartamento e su un paio di ciabatte usate dallo stesso novantunenne, ai medicinali che l’anziano aveva acquistato in farmacia di Gretta per curarsi una ferita alla mano procurata, a quanto pare, impugnando un grosso coltello.

Tarlao era rimasto per una settimana intera con il cadavere di Vazzano in casa, nascosto sotto a un cumulo di coperte in uno stato di decomposizione avanzata. L’anziano aveva continuato a dormire nella stanza da letto accanto a quella in cui si trovava la salma.

Le forze dell’ordine avevano scoperto il delitto proprio grazie all’insopportabile odore che si era rapidamente propagato nel palazzo di via Santi. —


 

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