Delitto di Gretta, Luciano Tarlao resta in carcere

TRIESTE Questa mattina, venerdì 17 agosto, Luciano Tarlao, l'unico sospettato dell'omicidio del 44enne Mauro Vazzano, è stato sentito per ben due ore dal gip Giorgio Nicoli, che ha confermato il fermo. L'uomo, difeso dall'avvocato Marzio Calacione, ha negato tutto. Il pm Matteo Tripani chiede la detenzione. Entro domani la decisione definitiva del giudice sulla custodia cautelare.
Chi ha ucciso Vzzano lo ha accoltellato al petto. Poi alla gola, più e più volte. L’assassino del quarantaquattrenne probabilmente voleva essere sicuro di aver ucciso. Non si spiegherebbero altrimenti quei tagli trovati al collo, inferti uno dopo l’altro con una folle sequenza omicida. Quasi meticolosa. Vazzano forse è stato ammazzato di notte, nel sonno.
L’unico sospettato del delitto, al momento detenuto al Coroneo, è il novantenne Luciano Tarlao con cui Vazzano condivideva l’alloggio Ater al terzo piano di via Santi 7, in Gretta. L’anziano ha continuato ad abitare nell’appartamento, dormendo nella stanza accanto al cadavere, per oltre una settimana. È proprio grazie all’insopportabile fetore emanato dal corpo in decomposizione, ormai diffuso in tutto il condominio, che martedì è stato rinvenuta la salma. I vicini, insospettiti dall’odore nauseabondo, avevano allertato la municipale e i vigili del fuoco. Di qui la macabra scoperta.
Vazzano era riverso sul letto con addosso la sola biancheria. Era in un lago di sangue, con il corpo ricoperto da un cumulo di vestiti e giubbotti. Un modo per evitare che l’olezzo si espandesse. Ieri, a due giorni dall’asporto della salma, la puzza era ancora fortissima anche all’esterno del codominio.
Tarlao, interrogato dal pm Matteo Tripani che ha in mano il fascicolo, ha negato qualsiasi coinvolgimento nell’omicidio. Oggi sarà sentito dal gip Giorgio Nicoli per la convalida del fermo.
Cos’è accaduto in quella casa è materia per gli investigatori. Ieri la polizia Scientifica di Trieste e quella Interregionale del Triveneto, che conducono le indagini assieme alla Squadra Mobile e al Nucleo di polizia giudiziaria della polizia Locale, hanno setacciato l’alloggio a caccia di tracce e impronte. C’era sangue ovunque. Nella camera da letto, dove è avvenuto il delitto, ma anche in altre stanze.
Vazzano e Tarlao non erano parenti. Abitavano assieme nella casa popolare di Gretta forse semplicemente per condividere le spese. Dalle prime ricostruzioni, confermate dagli inquilini del palazzo, sembra che la vittima e l’indagato litigassero spesso. I vicini li avrebbero sentiti urlare, l’ultima volta, il 7 agosto. La mattina successiva, quella dell’8, Tarlao si era peraltro recato in una farmacia del rione per acquistare delle medicine per curarsi un taglio alla mano sinistra.
La Scientifica, nel corso delle ricerche sulla scena del crimine, ha rinvenuto anche un grosso coltello appuntito, nascosto sopra un mobile della cucina. Con molta probabilità l’arma del delitto. La lama era lavata, ma c’erano ancora segni. Schizzi di sangue sono spuntati pure su un paio di scarpe del novantenne, sia sulla parte superiore che sotto le suole. —
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