Delitto di Gretta, il gip conferma la misura cautelare: il novantenne resta in carcere

L’ex fantino accusato di omicidio continua a dirsi innocente. «L’odore di cadavere? Non lo sentivo». In casa un machete
Foto BRUNI 16.08.2018 Omicidio Gretta:la scientifica fa sopralluoghi
Foto BRUNI 16.08.2018 Omicidio Gretta:la scientifica fa sopralluoghi

TRIESTE Il gip Giorgio Nicoli, dopo l'interrogatorio di ieri durato due ore, ha confermato questa mattina la misura cautelare: resta incarcere il novantenne Luciano Tarlao, sospettato di aver barbaramente ucciso a coltellate al petto e alla gola il convivente di quarantaquattro anni Mauro Vazzano mentre dormiva.

Ieri Tarlao davanti al giudice ha negato tutto. Il novantenne continua a dire di non sapere nulla. «Non l’ho ucciso io», ha ripetuto al magistrato nel lungo colloquio in carcere. Il gip, visti i pesanti indizi a carico dell’anziano, ha convalidato il fermo ma si è dato ancora un giorno per decidere sulla misura cautelare da adottare. Il novantenne per il momento resta quindi in carcere. Vista l’età, l’indagato nei prossimi giorni potrebbe finire ai domiciliari, ma non ha una casa. Né, pare, parenti stretti pronti ad accoglierlo.



Il novantenne dunque proclama sempre la propria innocenza. Su tutto quel sangue rilevato dalla polizia Scientifica nell’appartamento Ater del terzo piano di via Santi 7 in Gretta, che Tarlao e la vittima condividevano, l’indagato non ha fornito spiegazioni. Niente neppure sul cadavere che l’uomo ha tenuto con sé per una settimana. Perché questo, oltre all’atroce omicidio, è l’altro aspetto cupo. Il delitto, infatti, si sarebbe consumato nella notte tra il 7 e l’8 agosto.

Delitto di Gretta, al setaccio la scena del crimine FOTO
I tecnici della polizia scientifica davanti all'edificio dov'è avvenuto l'omicidio (foto Bruni)

Ma la salma è stata scoperta dalla polizia Locale e dai vigili del fuoco, allertati dai vicini allarmati dal terribile odore che emanava l’alloggio, appena martedì 14. Quel fetore era il corpo di Vazzano putrefatto. Per tutti quei giorni il novantenne ha continuato ad abitare in quella casa, dormendo nella stanza accanto al morto. Sulla salma c’era un cumulo di vestiti: un tentativo per evitare che la puzza si diffondesse. Come ha fatto Tarlao a stare in quell’appartamento? Davanti al gip il novantenne ha affermato di non sentire più gli odori. Che invece erano insopportabili e di cui l’intero condominio era invaso.

Omicidio a Trieste, l'abitazione della vittima a Gretta

Tarlao ha scosso la testa anche dinnanzi alle prove più pesanti. Il sangue di cui erano sporche le sue scarpe. Così pure sul grosso coltello nascosto sopra un mobile della cucina, forse l’arma del delitto. La lama era lavata, ma la Scientifica si è accorta di alcuni elementi biologici. Per non parlare delle tracce ematiche sparse dappertutto.

E c’è un altro dettaglio. L’anziano, che in rione viene definito come un individuo solitario, trasandato, amante dei gatti e sempre intento a portare da mangiare ai randagi o a rovistare nei cassonetti, è stato visto nella farmacia del quartiere la mattina successiva alla morte di Vazzano, quella dell’8: era andato per una ferita alla mano. L’indagato sostiene di essersi fatto male accidentalmente.

Nell’interrogatorio Tarlao è apparso lucido. E pur ribadendo la propria estraneità all’omicidio, ha affermato di non aver problemi a rimanere in carcere. Chiede solo che vengano rispettate le proprie abitudini alimentari: da amante degli animali, è vegetariano.

Il ricordo dei vicini «Mauro era un uomo cortese e gentile»
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L’uomo appare come un individuo enigmatico, fuori dalle righe e con una cultura non comune. Questa è l’idea che gli inquirenti e i magistrati si sono fatti del novantenne. Che però, come ha sottolineato il legale che lo tutela e che era presente ieri all’interrogatorio, l’avvocato Marzio Calacione, potrebbe avere problemi di memoria a breve termine. Ieri, rispondendo alle domande del gip, Tarlao si è lasciato andare in vari racconti legati alla giovinezza. Sul suo passato da fantino del Palio di Siena o sulle comparsate in tv, tra cui la fortunata partecipazione a “Lascia o raddoppia”. O sulla sua esistenza «difficile». «Nella mia vita ho sempre subìto, sono l’incudine di Dio», ha mormorato il novantenne ad un tratto rivolgendosi al gip.

Tarlao è incensurato, ma anni fa è stato denunciato in Toscana, la terra in cui ha trascorso parte della sua vita. Girava con un machete in mano, convinto che qualcuno avvelenasse cavalli e gatti. La polizia in questi giorni avrebbe rinvenuto nella casa in Gretta un’arma analoga. L’indagato non ha chiarito nemmeno il motivo di quella convivenza con Vazzano nell’alloggio Ater.

L’ex fantino con il sogno del Palio di Siena premiato da Mike a “Lascia o raddoppia”

Lui novantenne e l’altro quarantaquattrenne. Forse la vittima, che aveva problemi economici, ospitava l’anziano per dividere le spese. Tarlao invece pare ricevesse una pensione da ex statale, visto che in passato era stato dipendente provinciale in Toscana. Ma mesi fa ci sarebbe stato un litigio su una somma di denaro sparita in casa. Liti che, a sentire i vicini, in quell’appartamento del terzo piano non mancavano. —

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