Definì «l’ebreo» il collega: avvocato nei guai

Giuseppe Turco verso il rinvio a giudizio: il legale udinese indagato per istigazione all’odio razziale
Lasorte Trieste 20/07/10 - Foro Ulpiano, Tribunale
Lasorte Trieste 20/07/10 - Foro Ulpiano, Tribunale

«L'ebreo non ha firmato la querela». «L'ebreo dice nella querela che è orgoglioso di essere ebreo». Simili frasi parrebbero essere state prese pari pari dal verbale di un processo celebrato durante il nazismo: sono invece state pronunciate con tono ironico e dispregiativo in un’aula del tribunale da parte dell’avvocato Giuseppe Turco.

Il pm Federico Frezza, il magistrato titolare del fascicolo, ha chiuso la fase delle indagini preliminari e si accinge a chiedere il rinvio a giudizio dell’avvocato Giuseppe Turco. Il professionista di Udine è accusato di istigazione all’odio razziale e in particolare di aver diffuso idee sulla superiorità razziale durante un’udienza nell’aula di giustizia.

La data dell’episodio è quella del 25 novembre 2013. Turco aveva pronunciato quelle frasi riferendosi al collega Alberto Kostoris, di fronte agli sguardi stupiti ed esterrefatti dello stesso Kostoris, del giudice Giorgio Nicoli, del cancelliere e degli altri legali presenti. In quella circostanza l’avvocato udinese era in aula come difensore di Paolo Polidori, il capogruppo della Lega Nord in Provincia accusato a sua volta di avere violato la Convenzione internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale. Praticamente, istigazione all'odio razziale.

Il nome di Polidori era finito in un esposto-denuncia firmato appunto dall’avvocato Kostoris, legale della Comunità ebraica, dopo una dichiarazione pubblica di Polidori in merito al «sistema giudaico massone». Il 15 aprile del 2012 infatti l'esponente del Carroccio aveva partecipato, all'hotel Savoia Excelsior, al congresso del partito che fu di Umberto Bossi. In quella occasione aveva affermato che «il presidente del Consiglio Mario Monti (che allora rivestiva appunto quella carica, ndr) e il governo in carica sono espressioni del potere giudaico-massone». Il 17 aprile, dopo che la notizia della singolare affermazione era stata pubblicata sul Piccolo, Paolo Polidori - si legge nella denuncia dell'avvocato Kostoris, «anziché scusarsi per le proprie asserzioni replicava alle critiche della Comunità ebraica e ribadiva consapevolmente che il potere finanziario mondiale è in mano a un sistema giudaico-massone».

L’esponente del Carroccio era stato in seguito rinviato a giudizio su richiesta del pm Antonio Miggiani e in quella circostanza si era presentato all'udienza accompagnato dall'avvocato Turco e da un gruppo di sostenitori che si erano seduti in silenzio in fondo all’aula. La sua vicenda giudiziaria si è infine conclusa, dopo la revoca del mandato all’avvocato Turco, con un patteggiamento: una pena di duemila euro. E le scuse alla Comunità ebraica.

Tornando alle frasi pronunciate da Turco in udienza durante il processo per le affermazioni di Polidori, lo stesso giudice Nicoli aveva più volte invitato l’avvocato a usare un linguaggio più consono al Tribunale. Ma evidentemente non c’era stato nulla da fare. Turco aveva anche replicato di non trovare nulla di strano nelle proprie affermazioni: «C'è chi è ebreo e chi è slovacco...». E poi - riferendosi a Kostoris - aveva parlato di «ebreo querelante». Quelle frasi pronunciate in un’aula del Tribunale durante un processo in cui si doveva discutere del reato di istigazione all’odio razziale hanno messo nei guai, per la stessa accusa, l’avvocato difensore. Che, dopo la chiusura delle indagini, rischia di finire a sua volta a processo. (c.b.)

Riproduzione riservata © Il Piccolo