Deciso il successore di Picchione: sarà la "supersoprintendente" Affanni
L’era di Maria Giulia Picchione, della custodia “ortodossa” del patrimonio architettonico e paesaggistico di Trieste e del Friuli Venezia Giulia, è ufficialmente finita dopo due anni e dieci mesi. Da domani, di fatto, se ne apre un’altra, nel nome della supersoprintendente (e vedremo il perché) Anna Maria Affanni. È la dirigente di lungo corso del Ministero dei Beni culturali in arrivo dall’Ispettorato centrale, l’organismo che l’anno scorso aveva indagato proprio sull’operato di Picchione per la storia dei quattro cantieri affidati senza gara.
Affanni era stata già designata a inizio mese per Palazzo Economo, come capo del nuovo Segretariato regionale del Ministero, l’ufficio di coordinamento delle soprintendenze con il quale la Riforma Franceschini ha sostituito la Direzione regionale dei Beni culturali, il cui ultimo reggente triestino è stato Ugo Soragni, promosso alla Direzione generale Musei italiani. Fino a questo week-end, però, era rimasta ignota l’identità del dirigente che si sarebbe preso la Soprintendenza regionale alle Belle arti e al Paesaggio.
Si tratta del nuovo ufficio-chiave che ha accorpato l’ex Soprintendenza ai Beni storico-artistici (che era di Luca Caburlotto, passato all’altrettanto nuova Direzione del Polo museale) e soprattutto l’ex Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici che era appunto dal maggio del 2012 di Picchione, il cui annunciato trasloco alla Soprintendenza ordinaria di L’Aquila (ce n’è anche una “speciale” post-terremoto) è avvenuto all’inizio della settimana che si chiude oggi.
Picchione insomma - che tra l’altro non moriva dalla voglia di rimanerci ancora e ha partecipato al bando di gennaio per il valzer nazionale dei funzionari delle Belle arti - non “abita” più a Palazzo Economo. Il suo posto, come detto, è stato affidato ad Affanni, che giusto venerdì ha firmato a Roma l’accettazione dell’incarico, oltre che di direttore del Segretariato regionale, anche di soprintendente “ad interim”, a scavalco, e a tempo indeterminato, alle Belle arti e al Paesaggio. Due uffici, sia quello di coordinamento che quello al momento più strategico, in mano a una persona sola, la supersoprintendente di cui sopra.
Non è dato sapere se l’abbinamento sia figlio di una necessità contingente di organico o di una precisa volontà ministeriale. Fatto sta che ad Affanni, al coordinatore dei soprintenedenti, spetta anche il compito di raccogliere qui in Friuli Venezia Giulia l’eredità di Picchione, fatta da un robusto numero di “niet” edilizi su cui i costruttori non intendono mollare.
Sarà un caso, ma proprio con l’arrivo di Affanni nell’ufficio che è stato di Picchione, sarà data sostanziale attuazione a una parte della Riforma Franceschini che prevede che gli imprenditori che si ritrovano a incassare un diniego edilizio, anziché andare in causa amministrativa con lo Stato di fronte al Tar (dove la Soprintendenza regionale negli ultimi due anni ha perso non poche volte), possano rivolgersi in via stragiudiziale a un’apposita commissione sotto l’egida del Segretariato regionale dei Beni culturali, retto in questo caso sempre da Affanni.
Con la doppia nomina della stessa Affanni - architetto di 62 anni, laurea alla Sapienza con specializzazione in restauro, già soprintendente ai Beni architettonici e paesaggistici in Abruzzo, Lazio e Umbria - si va quasi a completare lo schema delle direzioni triestine del Ministero dei Beni culturali che orbitano attorno al quartier generale di Palazzo Economo e a una “macchina” burocratica che dà lavoro a circa 300 persone (erano 350 una decina di anni fa, segno di un turn-over limitato ultimamente ai custodi).
Detto di Caburlotto, che resta in attesa di un contestuale trasferimento di uffici alle sue dipendenze dall’ex Soprintendenza ai beni storico-artistici alla Direzione del Polo museale) l’ultima casella da riempire è quella della Soprintendenza archivistica, ora scoperta: l’ultimo dirigente, Luigi Fozzati, la cui procedura di rinomina è stata bocciata dalla Corte dei conti, potrebbe anche tornarci. Dipende dall’esito delle selezioni tra chi avrà risposto all’interpello ministeriale bandito settimana scorsa. Se ne dovrebbe sapere di più dopo Pasqua.
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