Decisione storica dell’Onu: la Bosnia deve risarcire le donne stuprate in guerra

Il Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura (Cat) ha ordinato alla Bosnia-Erzegovina di risarcire una donna che fu violentata da un soldato durante il conflitto degli Anni Novanta e di creare quanto prima un programma a livello nazionale per compensare vittime di casi simili. Si stima che le vittime siano almeno 20 mila
Donne spaventate durante la guerra nell'ex Jugoslavia
Donne spaventate durante la guerra nell'ex Jugoslavia

SARAJEVO Una decisione storica, che potrebbe avere conseguenze dirompenti non solo nei Balcani, ma in tutte le zone del mondo che hanno sperimentato gli orrori della guerra. È quella che è stata presa dal Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura (Cat), organo che vigila sull’implementazione della Convenzione anti-tortura del 1984. Comitato che ha ordinato alla Bosnia-Erzegovina di risarcire una donna che fu violentata da un soldato durante il conflitto degli Anni Novanta e di creare quanto prima un programma a livello nazionale per compensare vittime di casi simili.

Nessuna giustizia per le 20mila donne stuprate in Bosnia
Davanti alle rovine di una casa in Bosnia (foto Ziyah Gafić - Amnesty)


Cat che ha analizzato una petizione di una delle tantissime – si stima che siano state almeno 20 mila – donne stuprate durante la guerra in Bosnia, violentata nel 1993 vicino a Sarajevo da un militare serbo-bosniaco. Il suo stupratore fu condannato da un tribunale locale e nel 2015 la Corte della Bosnia-Erzegovina gli intimò di risarcire la vittima con 30 mila marchi convertibili, circa 15 mila euro. Il risarcimento, tuttavia, non fu mai erogato a causa delle limitate risorse finanziarie del criminale, lasciando a bocca asciutta la donna, per di più senza più possibilità giuridiche di continuare la sua battaglia. Ma a pagare doveva e dovrà essere lo Stato, ha stabilito il Comitato Onu, ha rivelato l’organizzazione non governativa Trial International, che ha rappresentato la bosniaca davanti al Cat. Bosnia che dovrà «pagare il risarcimento» e «assicurare» che la vittima dello stupro «riceva immediata assistenza medica e psicologica», ha specificato Trial.

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E non si tratta – va sottolineato – di un caso che rimarrà isolato. Si tratta invece di una «risoluzione di enorme importanza, non solo a livello locale», ha spiegato Adrijana Hanušić Bečirović, consigliere legale di Trial. Infatti, si tratta della «prima decisione del Cat relativa a una vittima di violenza sessuale durante un conflitto e la prima a esaminare l’applicabilità della prescrizione» in casi simili. Prescrizione che non si deve applicare in situazioni del genere, ha messo nero su bianco l’Onu, aprendo la porta alla richiesta di risarcimenti allo Stato, non solo in Bosnia.

Bosnia che, da parte sua, dovrà anche creare un sistema nazionale per i risarcimenti alle donne violentate, con fondi certi per le donne che vorranno fare causa o l’hanno già fatta, vincendo, senza vedere eseguita la sentenza. —


 

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