Decima Mas e CasaPound manifestare sarà più dura

Il Consiglio comunale di Gorizia mette i paletti a Decima Mas e CasaPound. Non solo a loro, evidentemente, ma il succo del discorso non cambia. È stata infatti approvata lunedì sera la mozione presentata come primo firmatario da Marco Rossi (Pd) che originariamente richiamava i valori dell’antifascismo e che poi è stata emendata per parlare dei “Valori e principi della Costituzione repubblicana”. Documento nato dalle ben note polemiche sulle cerimonie della Decima Mas. D’ora in poi, in base alla mozione approvata, il Comune è stato impegnato a concedere «spazi o suoli pubblici, sale e/o edifici di proprietà comunale solo a quanti sottoscrivono di riconoscersi nei principi e nei valori democratici sanciti dalla Costituzione». In buona sostanza chiunque chiederà di organizzare cerimonie o manifestazioni dovrebbe autocertificare la sua adesione ai principi di una Costituzione che, va ricordato, vieta esplicitamente «la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista». Ed è questo, seppur indiretto, il riferimento rimasto nella mozione all’antifascismo, visto che dopo l’emendamento è sparito quello ai “vecchi e nuovi fascismi”, con l’impegno chiesto a sindaco e giunta di «promuovere iniziative culturali affinché sia mantenuta e tramandata la memoria storica e sia posto all’attenzione, in specie delle giovani generazioni, l’affacciarsi dei vecchi e nuovi totalitarismi». Così modificato il documento ha ottenuto 32 voti favorevoli (di maggioranza e opposizione) e 5 contrari, quelli dei consiglieri di Fratelli d’Italia (Del Sordi, Zorzenon, Cosma e Braulin) e quello, a titolo personale, del leghista Tomasella. Il tutto dopo una discussione durata oltre cinque ore, con tanto di riunione dei capigruppo, per arrivare al nuovo testo, e riunione di maggioranza, per arrivare infine a trovare una quadra. Peraltro non unanime, dato che appunto cinque consiglieri di centrodestra hanno scelto ugualmente di non appoggiare la mozione emendata. «È un risultato molto positivo, perché arrivato al termine di un dibattito lungo ma costruttivo. Non è sempre facile ascoltare gli altri, ma è ciò di cui Gorizia ha bisogno», commenta David Peterin, del Pd, con la collega Adriana Fasiolo che parla di «un documento che nella nostra città e per la nostra storia acquisisce un valore ancor più significativo». Opposta la visione di Francesco Del Sordi (Fratelli d’Italia): «Abbiamo discusso per cinque ore un qualcosa di inutile mentre in giro la gente è senza lavoro, a dimostrazione della sterilità dell’azione della sinistra - dice -. Abbiamo votato contro perché la mozione è una ridondanza di quanto è già previsto dalla Costituzione. E questo vale in generale. non a che vedere solo con l’antifascismo». Ha votato contro anche Andrea Tomasella (Lega), ritenendo che la mozione «introdurrebbe il principio, o il precedente, che il pensiero è libero per tutti e la possibilità di esprimersi lo è altrettanto, ma c’è qualcuno che ha un po’ di diritto in più rispetto ad altri, e c’è qualcuno che è un po’ più libero rispetto ad altri. E questo è in linea con un tipico atteggiamento altezzoso della sinistra».
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