Debutta la nuova Kemira a San Giorgio

SAN GIORGIO DI NOGARO. Saranno l’ambasciatore finlandese in Italia, Janne Taalas e il ceo di Kemira Jari Rosendal, a inaugurare martedì mattina lo stabilimento della Kemira Italy spa di San Giorgio di Nogaro.
Il sito chimico, che occupa 122 dipendenti, produce polimeri per diversi usi: cellulosa e carta, gas e petrolio, settore estrattivo e trattamenti idrici: attualmente è uno dei più grandi impianti d’Europa nella produzione di polimeri a secco in emulsione. Il gruppo finlandese Kemira (con sede a Helsinki), 4.700 dipendenti, ha raggiunto nel 2015 i 2,4 miliardi di fatturato.
L’impianto sul quale sono stati investiti 30milioni di euro in tecnologie all’avanguardia, ha subito significativi miglioramenti per la crescita della capacità produttiva e consentire l’espansione dell’attività commerciale nei mercati Sud Emea (Europa, Medio Oriente, Africa).
«Abbiamo rilevato il sito produttivo Europolimeri dalla 3F Chimica nell’ottobre del 2013- spiega l’ad Rosendal-, intuendo che c’era una forte opportunità strategica per quanto riguarda l’espansione della nostra attività nel settore dei polimeri, il trattamento della materia grezza, la logistica e il risparmio dei costi fissi. Dall’acquisizione abbiamo notevolmente investito a San Giorgio, più che raddoppiando la capacità produttiva dello stabilimento».
Grazie ai nuovi investimenti, sono stati ottenuti importanti miglioramenti nel magazzino, negli spazi per gli uffici, nei servizi di carico e parcheggio. «In meno di tre anni - sottolinea il direttore generale di Kemira Italia Enzo Omboni - abbiamo quasi raddoppiato il numero di dipendenti fino a 122, molti dei quali giovani provenienti dalle scuole delle territorio, e stiamo gestendo il sito al massimo della sua capacità produttiva effettiva. Tramite il nostro nuovo processo di produzione di bioacrilammide ad efficienza energetica siamo oggi in grado di ridurre l’impatto ambientale e a migliorare ulteriormente i nostri già elevati standard di sicurezza, tanto che, negli ultimi due anni, non abbiamo registrato alcun infortunio nello stabilimento. In più, siamo autosufficienti in alcuni processi chiave del trattamento di materie prime».
Francesca Artico
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