Debora nel toto-nomi per il dopo Mogherini
Dopo Bruxelles, il Friuli Venezia Giulia. A seguire Roma. Adesso, si dice, addirittura il mondo. Praticamente ubiqua, Debora Serracchiani. Sarà che è un personaggio nuovo, sa parlare e sa muoversi (doti che in effetti, anche se pare strano, non sono da tutti, in questo periodo...) ma ogniqualvolta c’è un posto nuovo in ballottaggio ecco che salta fuori il suo nome.
Vicesegretaria del Pd nazionale, costretta a zompi continui tra un aereo e l’altro che le varranno come minimo un viaggio in Polinesia coi punti Alitalia, adesso pare essere entrata in corsa addirittura per la carica di ministro degli Esteri. Che non è, come si può facilmente capire, una sine cura.
È un incarico, anzi, a tempo pieno. Che, ovviamente, presupporrebbe la sua uscita dalla guida della Regione.
Gossip estivo, fantascienza pura? Tra i grandi giornali italiani ieri è stata la “Stampa” a ipotizzare questa possibilità. La storia è nota. Debby se non proprio nella manica del premier Renzi va comunque considerata una delle sue alleate più “ascoltate”. E il toscano è attualmente alle prese con la possibile (ma non sicura) dipartita dell’attuale titolare della Farnesina, Federica Mogherini, che è stata indicata come candidata ad Alto rappresentante della politica estera della Ue. Un incarico prestigioso ma tutt’altro che scontato, visti i veti incrociati che imperversano nel Parlamento europeo, dove pare che Renzi venga vissuto come un fastidioso Brighella.
Se, comunque, dovesse aprirsi il giro di valzer, la candidata più naturale sarebbe stata Roberta Pinotti, attualmente alla Difesa. La Serracchiani sarebbe stata, in questo contesto, più che altro una mossa di Renzi per arroccarsi ancora di più attorno ai suoi fedelissimi.
Dalla presidente, una volta tanto, un «no comment» che può significare tutto e niente. E cioé: che la situazione è ancora in divenire e non è prudente prendere posizione o, viceversa, la soluzione presa è un’altra ed è inutile sparigliare le carte.
Detto per inciso, nello stesso staff di Debby l’assunzione del dicastero degli Esteri è considerata altamente improbabile. Politicamente, infatti, darebbe la stura a quel complesso dell’«abbandono» su cui il centrodestra marcia (e confida) da tempo.
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