De Luca finisce ai domiciliari E ritratta: «Il mio era uno sfogo»

Il gip Dainotti ha accolto l’istanza formulata dal pm De Grassi  Può uscire di cella. Ma restano i gravi indizi dell’accusa: tentato omicidio 

l’interrogatorio

Giuseppe De Luca, fino a ieri mattina detenuto in carcere al Coroneo, è ora agli arresti domiciliari. L’indagato, difeso dall’avvocato Astrid Vida, è stato portato dalla polizia penitenziaria nella propria abitazione di Trieste. Ma si trasferirà in Puglia dalla famiglia, nel proprio paese di origine, San Nicandro Garganico in provincia di Foggia.

La nuova misura cautelare, chiesta dal pm Chiara De Grassi, è stata disposta dal gip Luigi Dainotti in seguito all’interrogatorio di convalidi ieri. L’ipotesi di reato per cui il quarantatreenne De Luca è indagato, tentato omicidio, resta pienamente sussistente: il gip Dainotti ha riconosciuto i gravi indizi riscontrati dal pm De Grassi.

Nell’interrogatorio l’avvocato pugliese ha affermato di aver sparato per «sfogo» a causa di una difficile situazione personale che sta vivendo. Si è detto pentito, affranto per quanto accaduto.

Secondo quanto riferito dall’indagato, l’intenzione non era quella di colpire qualcuno: avrebbe visto la Opel (una Omega sw) ferma nel posteggio, pare l’unica a quella tarda ora della notte – erano circa le 3 – e ha esploso i colpi di pistola.

L’arma utilizzata è un revolver calibro 357 magnum. Sono partiti cinque proiettili: il sessantenne croato, che in quel momento stava dormendo dentro l’abitacolo con il sedile abbassato, non è stato preso per puro miracolo. Uno dei proiettili si è conficcato proprio sul sedile su cui era disteso il malcapitato. Un’altra pallottola è finita nella portiera opposta. Il sessantenne croato ha veramente rischiato di morire o di essere ferito gravemente.

Le perizie balistiche ricostruiranno comunque con maggior precisione le traiettorie.

Dopo la colluttazione in Campo del Belvedere, dove si è concluso l’inseguimento tra i due, il sessantenne croato è riuscito ad afferrare la pistola usata da De Luca nell’aggressione. Ma mentre lo straniero stava telefonando ai carabinieri, ha appoggiato l’arma sul tettuccio dell’auto. L’avvocato pugliese l’ha presa ed è scappato.

Dentro la Passat di De Luca, sotto il sedile, i carabinieri hanno poi rivenuto anche una mazza da baseball. —

G.S.

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