De Lorenzi in fuga L’Italia dei valori perde il segretario

Il numero uno dei dipietristi regionali sceglie il ribelle Donadi «Non mi vanno la deriva populista e gli slogan del partito»
Di Marco Ballico

TRIESTE. Il 28 settembre, sul suo sito, di rientro dalla festa nazionale dell’Idv a Vasto, aveva scritto: «Sei mesi per cambiare l’Italia». Il 21 ottobre, sempre sul web, aveva aggiunto: «Idv Fvg, prepararsi al cambiamento». E’ passato un mese e Giovanni De Lorenzi, segretario regionale dei dipietristi che furono, ha cambiato davvero, ma in un altro senso: lascia la carica e se ne va con Massimo Donadi, il “ribelle”. Dalla puntata di Report, su Rai 3, che ha messo l’Idv e il suo storico leader all’angolo, è una tempesta senza fine. Pure in periferia. Aveva provato a ricompattare le truppe, De Lorenzi, dopo aver perso buona parte della base (16 voti contrari su 25 in coordinamento regionale). Aveva pure chiamato in regione due big nazionali, i deputati Ignazio Messina e Ivan Rota a dire, in coro, «tutti per Di Pietro». E aveva respinto la richiesta di dimissioni e rilanciato, smentendo le voci di un direttorio a guidare il partito: «Il dibattito interno non ha sortito alcun quadrumvirato, né preso atto di sfiducie nei miei confronti». E ancora: «Rimango in sella perché solo un congresso può determinare la mia successione». Mentre Rota, a Udine tre settimane fa, minimizzava: «Cittadini e dirigenti sono stati bombardati da una serie di informazioni distorte: il partito non sarà sciolto».

Sciolto oppure no, il partito perde i pezzi. Anche il segretario del Friuli Venezia Giulia se ne va. Lo comunica in due lettere, una spedita al presidente Di Pietro, l’altra a uomini e donne dell’Idv. Una istituzionale, l’altra più sentimentale. Nel mirino non c’è il grande capo, anzi. «Ho passato in Idv momenti stupendi e di crescita personale – scrive il segretario uscente –. Ho conosciuto te, persona unica che mi ha stupito quotidianamente per le sue intuizioni e la sua sensibilità, ma ancor di più per il coraggio». Quello che non andava è la «deriva populista» dell’Idv. «Vengo da mesi di sofferenza nel vedere il nostro partito perdere il rapporto con le persone che hai saputo costruire in tanti anni di impegno e di assoluta coerenza – aggiunge De Lorenzi a Di Pietro –. Probabilmente Italia dei Valori non corrisponde più alle attese degli italiani che pretendono dalla politica una fase di proposta e non più di mera protesta, troppo spesso spigolosa e conflittuale». E poi: «Ci siamo appiattiti su slogan e politiche appartenenti, un tempo, alla sinistra massimalista, marcando una netta differenza con il tuo “fare” e con le “direttrici” che tracciavi quotidianamente, entro le quali era spontaneo e naturale riconoscersi».

Quindi, rivolto agli «amici», De Lorenzi ricorda i quasi cinque anni di impegno e l’elezione a segretario, due anni fa, «il più bel momento che ho vissuto nel mio percorso politico». Alle divisioni si è aggiunto un altro “guaio”: «Ho appreso che c'è anche chi porta avanti trattative private per assicurarsi un posto nella futura giunta regionale. Gli auguro la miglior fortuna, ma queste logiche non mi appartengono e mortificano sia il mio ruolo di segretario, sia quello di persona che per anni a questo partito ha dato tutto, senza mai chiedere nulla in cambio». E dunque, ecco l’addio: «Ho aderito al progetto di Donadi, che con grande coraggio ha scelto di creare un nuovo soggetto politico incorporando i principi che già perseguivamo, ma coerentemente a fianco alle forze di centrosinistra per sconfiggere la destra e dare ai cittadini un governo vero, politico e capace di risollevare l'Italia».

Non pare che in casa Idv ci si strappi i capelli. Non lo fa Alessandro Corazza, consigliere regionale, che si dice «felice» del fatto che De Lorenzi abbia «preso atto della sfiducia del coordinamento regionale, che non lo riteneva evidentemente idoneo a svolgere un ruolo così importante». E adesso, a pochi mesi dalle elezioni, che succede? Corazza rimanda a un confronto con il livello nazionale, ma non è escluso un commissariamento dell’Idv in regione. In attesa di capire che cosa ne sarà dell’Idv in Italia.

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