Dat, a Trieste lo scontro giunta-Curia imbarazza i cattolici Pd
«Cosa intende il sindaco per "laicità delle istituzioni civili" dato che mi accusa di mancarvi di rispetto?». La disputa tra la Curia e il Comune di Trieste si è spostata dal fine morte (l’istituzione del registro delle Dat, dichiarazioni anticipate di trattamento) alla laicità delle istituzioni. Dalla teologia alla filosofia politica. Il direttore di Vita Nuova, Stefano Fontana (in uscita oggi anche il suo fondo dal titolo “La giunta delle Dat”) rilancia e offre al sindaco anche una foto d’autore sulla prima pagina del sito del settimanale diocesano. La firma il vicedirettore Francesco La Bella: il primo cittadino ha l’aspetto di un indemoniato. La laicità, teorizza Fontana, non vale come «indipendenza dall’etica, ossia come la possibilità che le istituzioni civili abbiano le mani libere dai principi etici». E quindi? «Con la delibera sulle Dat - spiega il direttore di Vita Nuova - la giunta ha espresso una posizione eticamente rilevante». Ovvero si è schierata per l’eutanasia.
Il consigliere regionale di Forza Italia, Bruno Marini, non apprezza da cattolico queste fughe in avanti del Comune di Trieste. «In assenza di una legge nazionale in materia non ha senso “anticipare” nulla». In ogni caso, lui non ha dubbi da che parte stare: «Tra Crepaldi e Cosolini, io sto con Crepaldi» dice per fugare ogni dubbio in materia. Al sindaco arriva la solidarietà di Franco Belci, segretario regionale della Cgil: «A leggere il direttore di Vita Nuova sembra che Cosolini abbia commesso un omicidio, invece ha istituito un semplice registro per le dichiarazioni anticipate di trattamento, come hanno fatto tanti altri Comuni. Ciò che colpisce è la violenza del linguaggio e la sproporzione tra l'enfasi del direttore e l'oggetto del contendere. Forse era meglio trovare un direttore più sobrio tra i tanti cattolici triestini senza andare fuori casa e forse era meglio stampare Vita Nuova al Villaggio del fanciullo, così si sarebbero potuti pure salvare venti posti di lavoro».
Con il sindaco si schiera anche il segretario provinciale del Pd Stefan Cok, con un post dal titolo «Dà(t) a Cesare»: «La Giunta ha semplicemente realizzato ciò che il Consiglio prima e lei stessa poi si erano impegnati a fare. E realizzare un impegno penso che dovrebbe essere una di quelle cose che in politica rientrano fra le qualità positive. Il Pd è contrario all’eutanasia, ma si impegna a tutti i livelli per le Dat». Piena solidarietà sui Dat anche da Sel. «La Chiesa triestina - dichiara il capogruppo comunale Marino Sossi - dimostra di avere un atteggiamento medievale sui diritti civili. Vista l’arrabbiatura di Vita Nuova vuol dire che abbiamo colto nel segno».
Dall’area cattolica del partito, invece arrivano timidi e imbarazzati attestati di stima. Se c’è di mezzo il vescovo meglio non prendere posizione. «No comment» dice lapidario il senatore Francesco Russo che alla Curia non riserva lo stesso trattamento dell’Autorità portuale. «Non ho visto la polemica. E comunque è giusto che i sindaci si esprimano su questi argomenti» taglia corto l’onorevole Ettore Rosato. L’allieva Antonella Grim, assessore comunale e neosegretaria regionale del Pd, non aggiunge molto alla questione. «In giunta ha dato il mio voto favorevole all’istituzione del registro dei Dat. E questa è anche una scelta politica» dice con piglio notarile. E l’attacco del direttore di Vita Nuova al sindaco? «L’ho letto, ma non ho niente da dire in merito». Neppure come segretario regionale del Pd? «Non mi divido in due persone. Il voto favorevole in giunta esprime una posizione politica. Non ho nulla da dire». Sacrosanta laicità.
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