Dars in rosso: Lubiana vende le autostrade

Verranno privatizzati oltre 600 km di moderne arterie. Sulla società slovena grava un debito di 4,2 miliardi di euro: cattiva gestione e flop delle «vignette»
Lasorte Trieste 01/07/08 - Slovenia - Autostrada - Bollino - Vignetta - Sezana
Lasorte Trieste 01/07/08 - Slovenia - Autostrada - Bollino - Vignetta - Sezana

LUBIANA. Autostrade slovene vendesi! Ha provocato una serie di reazioni, in Slovenia, il recente annuncio del ministro dei trasporti sloveno Patrick Vlacic sulle intenzioni del governo di procedere alla privatizzazione della Dars, la società che gestisce la rete autostradale del Paese. Vendere la Dars, cui lo stato ha ceduto il diritto di superficie su tutte le aree autostradali della Slovenia per i prossimi cinquant'anni, significa infatti mettere in vendita un po' “l'argenteria di famiglia”, ossia i 600 chilometri di moderne viabili costruite praticamente tutte negli ultimi quindici anni.

La privatizzazione è però inevitabile: la società ha un debito di 4,2 miliardi di euro a titolo di crediti ottenuti con le garanzie dello stato proprio per la costruzione delle autostrade, e senza l'intervento di un partner strategico, questo debito rischia di ricadere tutto sul bilancio statale e dunque sulle spalle dei contribuenti.

Ma come è possibile che la Dars sia venuta a trovarsi in questa situazione? O meglio, per essere più corretti, come è possibile che lo stato sia ora costretto a mettere in vendita l'infrastruttura stradale? La spiegazione è abbastanza semplice: a partire dalla seconda metà degli anni '90, negli appalti per la costruzione della rete autostradale sono state quasi sempre privilegiate le imprese edili nazionali che, come si è scoperto piu' tardi, avevano fatto cartello ed erano riuscite a gonfiare i prezzi, per cui, in base ad alcune stime, gli sloveni hanno pagato queste viabili almeno il 30% in più di quanto era il valore reale dei lavori. Le strade slovene, in altre parole, sono state pagate troppo e la Dars ha ora difficoltà a restituire i crediti, ottenuti con le garanzie dello stato.

Secondo alcuni osservatori, la situazione è poi ulteriormente peggiorata nel 2008, quando il precedente governo sloveno – per accattivarsi le simpatie dell'elettorato prima delle elezioni – ha introdotto il sistema delle “vignette” al posto del tradizionale pedaggio. I bollini sono stati un bene per gli automobilisti sloveni – e molto meno per quelli stranieri – ma le entrate si sono rivelate assolutamente insufficienti per garantire una regolare gestione delle strade e per rispettare gli obblighi con i creditori. Il ministro dei trasporti Vlacic non ha dubbi, ed è assolutamente favorevole alla privatizzaione della società autostradale slovena. «I cittadini, in fondo – spiega Vlacic – sono interessati principalmente alla qualità dei servizi e al prezzo del pedaggio, non a chi sia il proprietario delle autostrade».

Non la pensano così invece gli esperti della Facoltà di economia di Maribor, che considerano la decisione del governo non una mossa strategica, ma un gesto da disperati, per evitare che gli errori del passato ora vengano a gravare sul debito pubblico. Alla fine, sono convinti, saranno nuovamente i contribuenti sloveni a pagare il conto, se non tramite l'erario, allora attraverso i nuovi pedaggi, che il futuro proprietario della Dars quasi sicuramente aumentera'. Sul modello di privatizzazione – quale quota e a quali condizioni da mettere in vendita – una decisione non è stata ancora presa.

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