Dario si mette alle tastiere e incide il disco al San Polo
Staffetta nei reparti per coronare il sogno di far rivivere la musica dei Pat Heaven Brani registrati nel reparto Rsa insonorizzato per non disturbare gli altri pazienti

Certezza numero uno: la musica è un toccasana per l’anima e, talvolta, anche per la salute fisica. Certezza numero due: se la sanità mostra il suo volto più umano allora anche i miracoli possono accadere in corsia. E un piccolo prodigio è stata, nelle scorse settimane, la registrazione di un brano hard rock alla tastiera, in un ambiente – come la Rsa – non propriamente assimilabile a uno studio d’incisione, da parte di un paziente molto grave, afflitto da recidiva tumorale. Un progetto che tra qualche tempo si coronerà con la pubblicazione di un disco e lascerà così un indelebile ricordo di quest’esperienza, frutto soprattutto di un’inossidabile amicizia, ma anche dell’apertura di medici e infermieri. La storia è quella di Dario Trevisan. Da gennaio è ricoverato al San Polo per un male che non dà tregua. Ora si trova nel reparto diretto dal dottor Gualtiero Scaramella.
Dario Trevisan, 60 anni, ronchese di Selz, ha declinato la sua vita nelle sfumature dell’arte. Prima di essere ricoverato dipingeva quadri d’ambiente, eseguiva lavori da artigiano. La sua prima passione, però, è sempre stata per le note, anche quelle spigolose, dure, inarrivabili. Da giovane ha avuto un’emiparesi, ma questo non l’ha fermato: chi lo ha ascoltato dal vivo, prima coi Pat Heaven, poi coi Dagh e i Bad Sign sa della sua eccezionale padronanza delle tastiere, che ha suonato negli anni utilizzando pienamente la mano destra e un dito della sinistra. Nel suo percorso, lungo i sentieri dell’hard rock italico, ha scoperto molti talenti, avviandoli alla carriera musicale. Tra questi il grande amico Massimo Devitor, direttore e compositore di canto corale recentemente insignito di un riconoscimento al Teatro comunale nell’ambito del Premio festival della televisione italiana – Enzo Biagi. Scoperto da Dario a 17 anni è stato la voce del suo primo gruppo importante, i Pat Heaven e, mesi fa, ha avuto l’idea di rimasterizzare i vecchi successi suonati a cavallo tra la fine degli anni Ottanta e i primi Novanta insieme, in un’edizione speciale cui si sono aggiunti due brani storici, rieseguiti dal vivo.
Il tastierista ha potuto suonare i suoi spartiti in ospedale, nella stanza dov’è ricoverato. Non accade tutti i giorni. E la sua parte verrà poi assemblata, come in un puzzle, con le esecuzioni degli altri componenti storici, ricontattati dopo che la vita li aveva fatti perdere di vista. Andrea Garnancini, oggi vicesindaco di Heraklion, la città più grande di Creta, non c’ha pensato due volte e ha preso l’aereo pur di rimettersi seduto, in nome del progetto, davanti alla batteria. Lo ha imitato Paolo Massarenti, che ha inforcato la chitarra elettrica. Al centro delle registrazioni un classico del loro repertorio, quella Rush of the thunder ch’era presente nel vinile Welcome to heaven dell’88, poi finito nell’Enciclopedia del rock italiano, e Running alone.
Ora, chi si è trovato scaraventato all’improvviso in una stanza d’ospedale sa quanto l’avvilimento possa esser dietro l’angolo. Ma la musica, a Dario Trevisan, ha dato nuova linfa. Ci sono volute due settimane per la registrazione del primo brano e poi solo tre giorni per il secondo. Un infermiere che sa destreggiarsi con la chitarra e questo tipo di operazioni dirette da un software col computer, Valerio Colella, è stato momentaneamente distaccato dalla Centrale di sterilizzazione, dove lavora al San Polo per supportare il paziente e il suo percorso di ritorno alla tastiera. Cosa all’inizio non semplice, visto che Dario, fortemente debilitato, non riusciva neppure a stare seduto sul letto. A consentire il trasferimento la caposala Rosalba Porzio, che, favorevole al progetto, ha dato il nulla osta.
Dario s’è così rimesso alle tastiere. E gli altri assistiti della Rsa non hanno avuto fastidi per il volume delle prove, perché – potenza dei mezzi – è stato possibile suonare col “silenziatore”, via cuffia. Indubbiamente parte del merito dell’operazione – e l’amico Devitor ci tiene a sottolinearlo – va data al responsabile del reparto di Rsa: il primario Gualtiero Scaramella «uomo di enorme umanità e sensibilità». «Quando gli ho chiesto il permesso di portare una tastierina in ospedale – ricorda – Scaramella, consapevole dell’importanza della musica nel processo di cura, ha risposto: “Anche un organo a canne da chiesa, se vi può servire. Avete carta bianca”».
Il passo successivo lo compirà l’Andromeda Relix, un’etichetta specializzata nella pubblicazione di dischi di gruppi rock. Uno dei fondatori, il giornalista Gianni Della Cioppa, che ha conosciuto Visintin e ne ha apprezzato il talento, si è detto interessato alla distribuzione del disco, una volta conosciuto il progetto. Disco che, oltre a lasciare un segno indelebile delle capacità del tastierista potrà essere commercializzato e riascoltato dagli estimatori del genere. La molla dell’hard rock, poi ha acceso in Dario il desiderio di raccontare cos’è stata l’avventura, in quegli anni, dei Pat Heaven. E così dal San Polo il paziente s’è lanciato in una nuova avventura: la scrittura di un diario che testimoni quel capitolo, tutto bisiaco, della musica heavy.
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