«Danza della pioggia» per salvare gli alberi della pineta di Barcola

Gli esperti: oltre alla siccità piante disidratate dal vento e ustionate dal gelo. Il Comune pronto a intervenire
Di Laura Tonero
Silvano Trieste 29/03/2012 Pineta di Barcola, i cumuli di aghi di pino e rami caduti a causa della continua siccita'
Silvano Trieste 29/03/2012 Pineta di Barcola, i cumuli di aghi di pino e rami caduti a causa della continua siccita'

Gli alberi e le piante dei giardini pubblici della nostra città come pure quelli della pineta di Barcola, del parco del Farneto, di quello di Villa Giulia o sistemati lungo la Napoleonica stanno soffrendo. Questo lungo periodo di siccità li sta mettendo a dura prova. E il Comune di Trieste corre ai ripari aprendo anticipatamente tutti gli impianti di irrigazione.

Chi passeggia sul lungomare di Barcola non può non notare le chiome ormai secche dei pini marittimi e dei lecci della Pineta che durante la bella stagione danno ristoro ai bagnati nelle assolate giornate di sole. Stessa sorte sta capitando pure alle centinaia di oleandri sistemati lungo i Topolini.

«Oltre alla siccità – precisa Alfonso Tomè, funzionario del servizio Verde Pubblico del Comune di Trieste e agronomo forestale – le piante a Trieste stanno pagando le eccezionali giornate di gelo e di forte Bora che a febbraio hanno messo in ginocchio l’intera città. Il vento le ha disidratate, il gelo le ha ustionate».

Il risultato di questa concatenazione di eventi atmosferici sugli alberi e le piante è sotto gli occhi di tutti i triestini e preoccupa chi si occupa del verde pubblico cittadino. «Una situazione così pesante non si verificava da decenni – ammette Tomè – il rischio è quello di perdere una parte del nostro patrimonio verde anche se io ho molta fiducia nelle risorse della natura. Potremo tracciare un bilancio tra una trentina di giorni».

Le piante più a rischio sono quelle giovani, quelle che di recente che non sono riuscite a sviluppare le loro potenzialità di adattamento all’ambiente. «A subire più danni sono state sicuramente quelle a foglia persistente – spiega il funzionario – come oleandri, pini, cedri e lecci». Le piante che invece perdono le foglie hanno resistito di più.

Gli aghi dei pini o dei lecci della Pineta di Barcola sono infatti tutti bruniti, bruciati. Lì ad aggravare ulteriormente la situazione è stata la salsedine che trasportata dalla Bora ha reso ancor più gravi le ustioni sugli alberi.

«Alcuni cittadini, preoccupati, – riferisce Carmelo Trovato, architetto del servizio Verde Pubblico del Comune di Trieste – hanno anche chiamato i nostri uffici per sollecitare l’intervento delle autobotti dei vigili del fuoco per far fronte alla difficoltà proprio della Pineta di Barcola. Ma questo non è possibile».

La situazione di emergenza ha comunque portato l’amministrazione ad adottare alcuni provvedimenti. «Tutti gli impianti di irrigazione presenti nelle aiuole e nei giardini pubblici sono stati attivati – precisa Trovato – ma nelle aree più vaste dove l’irrigazione non c’è le piante inevitabilmente sono in difficoltà. Speriamo arrivi quanto prima la pioggia».

Quello che la siccità, la Bora e il gelo hanno causato a molti alberi e piante è un gravissimo danno naturalistico che potrebbe trasformarsi anche in uno finanziario. Rimuovere quelli che non sono riusciti a superare queste condizioni atmosferiche e ripiantarne degli altri peserà sulle casse dell’amministrazione.

A causa di questo lungo periodo di siccità nei parchi, nei boschi e nei giardini pubblici è possibile che i germogli secchino più rapidamente e che gli alberi giovani cadano con maggiore frequenza. La rinnovazione del verde è resa quindi più difficoltosa.

I danni si conteranno tra circa un mese tenendo conto che molti alberi ormai spacciati hanno ancora un aspetto apparentemente sano e molti altri sono talmente debilitati da essere particolarmente vulnerabili all’infestazione di parassiti e alle patologie che colpiscono le piante soprattutto in estate

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