Danubio vittima della lunga estate calda, fiume sotto la soglia
BELGRADO Caldo e poche piogge, il livello delle acque che cala giorno dopo giorno, isolette che emergono dal fiume, barche e navi costrette a rimanere all’ormeggio, aprendo falle nel portafoglio degli armatori. La siccità e il clima torrido che ha colpito l’Europa centro-orientale quest’estate ha fatto una vittima eccellente. Anche il Danubio boccheggia, il secondo fiume più grande d’Europa, quasi tremila chilometri dalla Germania al Mar Nero per quella che è una fondamentale arteria per il trasporto dei materiali più diversi, in testa grano, minerali e nafta, fertilizzanti. Problemi per la navigazione sono stati segnalati in quasi tutti i Paesi attraversati dal corso d’acqua.
A patire le conseguenze più gravi, al momento, è l’Ungheria, dove sono stati registrati i livelli più bassi delle acque di sempre in «più punti lungo il corso del fiume negli ultimi tre giorni», ha scritto l’agenzia di stampa magiara, Mti. A Budapest, dove le acque si sono ritirate a 0,6 metri, poco sopra il record negativo del 2003, in molti hanno approfittato per godersi il panorama da una prospettiva inedita, al centro del fiume, ovvero da una “penisola” emersa proprio sotto il ponte Margit híd. E peggio va in altre località, come Vamosszabadi, Dunafooldvaar ed Ercsi, dove il fiume è sceso sotto i record negativi registrati negli Anni Settanta.
Ma sono in tanti a non apprezzare primati del genere. Già a inizio agosto l’associazione delle compagnie di navigazione fluviali magiare aveva denunciato una riduzione dei due terzi della capacità di trasporto: e le «aziende accumulano perdite ogni giorno», aveva informato il suo numero uno, Attila Bencsik. Ferenc Kruppa, manager del colosso dei trasporti fluviali Fluvius, ha invece calcolato in 1,5 milioni di euro i mancati guadagni solo della sua compagnia a causa dello stop alla navigazione delle imbarcazioni più grandi e dal maggior pescaggio, molte bloccate a Budapest e ancora più a nord, altre ancora che viaggiano con un quarto del carico. Anche la compagnia Mahart Passnave ha stimato in 300 mila euro i danni finora registrati a causa del fiume a mezzo regime. E speriamo «che nei prossimi cinque giorni le piogge previste in Austria e Germania facciano salire il livello» in Ungheria, ha auspicato Gabor Spanyik, numero uno dell'azienda, citato dalla Reuters.
Non solo l’Ungheria. Problemi sono stati segnalati anche a monte, in Germania, ma soprattutto a Vienna, dove sono più di una ventina le navi da crociera fluviale bloccate. Anche in Serbia i livelli del Danubio sono in forte diminuzione, sebbene per ora non siano segnalate limitazioni alla navigazione. Diversa la situazione in Bulgaria, dove almeno «due navi sono bloccate da una decina di giorni», ha detto la Tv bulgara, aggiungendo che le grandi imbarcazioni «sono state allertate affinché procedano con cautela», soprattutto perché «i livelli continueranno a scendere». Stesso discorso in Romania, in particolare nell’area di Galati, dove la profondità è «inferiore ai due metri, il minimo per la navigazione sicura», ha avvertito l’Adevarul.
I problemi – causati da sempre più frequenti ondate di caldo e siccità – rischiano di ripetersi anche in futuro. E possono mettere in difficoltà l’«autostrada blu», sulla quale ogni anno vengono trasportate più di 40 milioni di tonnellate di merci. E sono in molti, in questi giorni, a temere il ripetersi di scene simili a quelle viste nel corso della grande siccità dell’inverno del 2011. Se la pioggia non tornerà a cadere quanto prima. —
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