Danno erariale, Stopani colpevole

Lo skipper triestino dovrà rifondere i 405 mila euro ottenuti “con dolo” dal Fondo Trieste

Danno erariale nei confronti dello Stato. Si chiude così un’altra puntata della triste storia che ruota attorno alla Diga vecchia. La Corte dei conti ha condannato Federico Stopani, che già aveva patteggiato 1 anno e 10 mesi di reclusione (pena poi sospesa) per gli stessi fatti, a rifondere i 405 mila euro di contributi del Fondo Trieste richiesti per l’associazione Sailing people, ma poi usati per i restauri della Diga vecchia. In sostanza, come hanno ritenuto i giudici Paolo Simeon, Gianfranco Di Lecce e Alberto Rigoni, «per aver chiesto e ottenuto dei finanziamenti erogati dal Fondo Trieste a vantaggio di un’associazione sportiva dilettantistica poi risultata di fatto inesistente o fittizia, per destinarli in parte a se stesso e in parte ad altra associazione».

L’udienza si è svolta il 17 gennaio, Stopani non si è presentato. La Corte dei conti ha assunto come valide le conclusioni cui erano arrivati i giudici penali considerando probanti tutti gli elementi a carico: la Sailing people era di fatto un’associazione fasulla, i soci non si erano mai riuniti, i libri sociali sequestrati nella casa dei genitori dell’imputato erano risultati in bianco, tra i soci Stopani aveva indicato in un file di computer poi sequestrato in corso d’indagine la moglie, la sorella e il cugino, i quali hanno testimoniato di non aver mai partecipato a riunioni, di non aver messo firme sotto atti di alcun genere.

Con quei soldi erogati in più volte, tra il 2002 e il 2006, Stopani aveva dichiarato di voler ristrutturare una sede sociale per organizzare una importante manifestazione velica (poi spostata a carico di una nuova società). Solo dopo aver ottenuto quei fondi, erogati attraverso il Commissariato di governo con sede in Prefettura, Stopani avrebbe trasformato la denominazione della società in “Associazione sportiva dilettantistica Sailing people”, integrando la ragione sociale «attraverso l’inserimento - scrivono i giudici contabili - anche dell’attività di balneazione e la previsione del possibile affidamento a terzi dei servizi prestati nella sede sociale e nei relativi spazi». Cosa che poi avvenne. L’evento sportivo “Nation cup” che era stato lo scopo dichiarato dell’operazione fu realizzato dall’associazione Tuttatrieste e da Nuova Trieste 2000, facenti capo allo stesso Stopani. Mentre sull’area della Vecchia diga venivano realizzate «opere destinate ad attività commerciali e lucrative (ristorazione, balneazione a pagamento, intrattenimenti serali, ecc.)». Attività, ricorda ancora la Corte dei conti, per di più cedute da Stopani in gestione, «verso il corrispettivo di 240 mila euro all’anno» da Sailing people all’Antica Diga srl. Una srl sempre di Stopani. Insomma una partita di giro per attrarre fondi pubblici (che un semplice cittadino non avrebbe potuto ottenere, ma un’associazione sportiva sì).

Nel patteggiamento (e la Corte dei conti lo rammenta)è rientrato anche il finanziamento di 1,4 milioni erogato sempre alla Sailing people dalla Fondazione CrTrieste. Ma la Corte dei conti interviene sui soldi pubblici. Quelli che Stopani dovrà ora restituire, gravati da spese di giudizio per 662 euro, sono di pertinenza del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti.

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