Danni ingenti a Grado dopo il black-out

Centraline in fumo forse a causa dei consumi elevati. L’Enel stacca le grandi utenze. Polemiche sulla poca tenuta
Dopo il black-out si lavora in viale dello Sport, all'isola della Schiusa (foto Boemo)
Dopo il black-out si lavora in viale dello Sport, all'isola della Schiusa (foto Boemo)

GRADO. Che notte, quella notte al buio, senza corrente. Illuminata unicamente da candele, lampade d’emergenza e da telefonini. Altro che “m’illumino di meno” per risparmiare. A Grado ci sono stati danni, e non da poco.

Una prima stima parla di centinaia di migliaia di euro di derrate alimentari smaltite (basta pensare al pesce e ai quintali di gelato che sono stati buttai via o si sono liquefatti) a causa del mancato funzionamento di frigoriferi e freezer. Un disastro che ha interessato i locali pubblici e le strutture ricettive e anche i privati.

Una città in piena attività turistica come Grado l’altro giorno è rimasta al buio da circa le 18.30 sino alle 3 di notte. Accanto ai danni materiali veri e propri vanno aggiunti il mancato incasso (ristoranti, gelaterie e bar) e quelli d’immagine per il mancato servizio ai clienti, anche se questi sono stati coccolati il meglio possibile. Per questo non mancheranno le denunce e le richieste di rimborso dei danni subiti.

Grado, black-out risolto. E ora si fa la conta dei danni
Grado: alle 8 in viale dello Sport, all'isola della Schiusa (foto di Antonio Boemo)

Denunce ed esposti saranno fatti anche alla magistratura affinché verifichi se i danni siano derivati da cause di forza maggiore o da incuria o mancato adeguamento delle attrezzature dell’Enel. Ecco, proprio tutti, vogliono capire cosa è veramente accaduto e soprattutto il perché di un black-out del genere, che a memoria di un tecnico dell’Enel non si ricorda si sia mai verificato a Grado nell’arco degli ultimi 30 anni.

Le ipotesi certamente non mancano e la prima è indubbiamente legata agli enormi consumi di energia elettrica a causa del massiccio utilizzo degli impianti di refrigerazione, obbligato dall’incredibile caldo di questi giorni. Ciò, tuttavia, non accontenta come risposta poiché la domanda è come mai una centralina (quella di Testata Mosconi) o dei cavi e parte di un’altra centralina all’isola della Schiusa siano saltati o addirittura fusi (pare ma viene dato per scontato) a causa del surriscaldamento. Gli impianti, almeno a Grado, dovrebbero essere dimensionati per un carico ben superiore di persone (non siamo ancora al massimo stagionale!).

Ma andiamo con ordine. Le prime avvisaglie si sono avvertite nel pomeriggio di martedì quando, in alcune parti dell’isola della Schiusa, ci sono state un paio di brevi interruzioni. Poi verso le 18.30 il disastro. Due delle tre linee di corrente che portano a Grado sono saltate. Da qualche parte come in certe zone di Città Giardino l’interruzione è stata breve, di pochi minuti. Risparmiate quasi del tutto Valle Goppion e in parte anche la Pineta.

In altre, invece, niente da fare. In qualche zona la corrente è tornata verso le 23, in altri molto più tardi. A quanto pare con una sola linea disponibile i tecnici dell’Enel sono stati costretti a prendere una decisione: staccare le utenze più importanti (vedi gli alberghi più grandi) che sono dotate di impianto d’illuminazione d’emergenza, a favore delle utenze private. Almeno nelle zone dove è stato possibile farlo, perché ad esempio in parte della zona della Colmata la corrente è tornata nelle abitazioni appena poco prima delle 3 di notte.

Grazie ai generatori d’emergenza, come spiegano il vicesindaco Di Mercurio che assieme ad assessori e alla Protezione civile hanno monitorato la situazione, non c’è stato alcun disservizio nelle strutture pubbliche. Inoltre la Protezione civile, come sottolinea Giuliano Felluga, hanno proceduto ad attivare, sempre con generatori, l’illuminazione pubblica a un ingresso di Pineta e nella zona fra via Conte di Grado e via dei Provveditori.

Più di qualche intervento l’hanno dovuto fare anche i vigili del fuoco, ma essenzialmente per liberare delle persone che erano rimaste intrappolate all’interno degli ascensori. In particolare nei condomini. Interventi li ha fatti inoltre la Sogit per aiutare alcuni disabili nel trasporto fra i piani delle strutture di residenza e ancora, per lo stesso motivo, a Pineta, un ammalato di Sla che doveva rientrare a Palmanova.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

@anboemo

Argomenti:black-out

Riproduzione riservata © Il Piccolo