Danni dei cinghiali, il conto nel goriziano è di un milione

Un milione di euro. Novecentocinquantaquattromila 831 euro per essere precisi. A tanto ammontano i danni arrecati dai cinghiali alle coltivazioni e alle automobili di passaggio negli ultimi quattro anni. Una cifra mostruosa.
Le persone danneggiate presentano il conto. Ed è un conto salato. Da precisare che queste sono le richieste di contributo presentate alla Provincia, ormai in liquidazione. Ci sono agricoltori e automobilisti che - vista l’esiguità dei finanziamenti disponibili - nemmeno fanno più domanda, quindi l’entità reale dei danni resta indeterminata.
Scremando i dati, i danni causati alle coltivazioni hanno raggiunto, negli ultimi 4 anni, quota 763mila 938 euro complessivi mentre, per i danni arrecati alle auto negli incidenti stradali causati o che hanno visto comunque coinvolti i cinghiali, sono stati stanziati 190mila 893 euro.
Interessanti anche altri numeri: ogni anno ci sono una ventina di incidenti stradali con ungulati. E sono coinvolte molte strade dell’Isontino, Gorizia compresa (soprattutto la zona di Piedimonte, Oslavia, Piedimonte, San Mauro). «Negli ultimi anni i danni all’agricoltura denunciati e quantificati sono stati importanti, e nonostante le misure di prevenzione messe in opera grazie al contributo provinciale o in forma autonoma dalle imprese agricole, essi non facilmente azzerabili vista l’alta densità della specie sul territorio provinciale, e in particolar modo nell’area Collio di cui la situazione è stata, negli anni, oggetto di un più attento monitoraggio», hanno spiegato qualche tempo fa gli uffici faunistici-venatori e agricoltura dell’ex Provincia.
Ma, in questo momento, qual è la situazione-cinghiali in città e in provincia? «Continua ad essere preoccupante - sottolinea il consigliere comunale Walter Bandelj, già presidente del Consiglio circoscrizionale di Piedimonte -. Nonostante le istituzioni dicano che la situazione è migliorata, non ci sono riscontri positivi. Ho parecchie segnalazioni di scorribande e devastazioni, ad esempio nella parte nord di Piedimonte, verso la Groina. Non è difficile, per un cittadino, trovarsi di fronte all’improvviso una famigliola di cinghiali. E non stiamo parlando di campi, stiamo parlando di città».
Bandelj aggiunge anche una provocazione che non farà felici i diretti interessati. «Mi dicono che i cacciatori del Distretto di Piedimonte siano... pigri». Insomma, a sentire il consigliere comunale servirebbero più abbattimenti.
Per i danni causati agli automezzi in incidenti stradali l’andamento ha visto un aumento delle denunce sino al 2012, per poi essere più contenuto grazie al posizionamento dei catarinfrangenti anti-selvaggina lungo le strade provinciali. L’ultima operazione, effettuata ancora dalla Provincia (quand’era in vita e non in fase di liquidazione, ndr) ha riguardato l’acquisto e la dislocazione di oltre 1.000 catarinfrangenti dissuasori specialmente concepiti per la fauna.
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