Dalmazia oasi felice per i delfini
ZARA. Sono un’ottantina i delfini tursiopi che vivono nelle acque comprese tra le isole di Melada (Molat in croato), Selve (Silba) e Ulbo (Olib), nello Zaratino, e tra le isole di Zuri (Zirje) e Clarino (Zlarin), nel Sebenzano.
Si tratta di un ampio braccio di mare che è stato monitorato per la prima volta nell’ambito della ricerca internazionale intitolata Progetto adriatico delfino–Dalmazia settentrionale.
L’iniziativa è dell’associazione ambientalista Mondo blu (Plavi svijet) di Lussingrande, avvalsasi dei finanziamenti di Rufford Foundation, Ipa Adriatic CBC Program e del Parco nazionale delle Incoronate. La ricerca ha stabilito per la prima volta che nelle acque zaratine e sebenzane sono presenti almeno 80 tursiopi, le cui condizioni di salute sono buone.
Stando a quanto precisato da Grgur Plesli„, membro del gruppo di ricerca di Mondo blu, gli esperti si sono messi in moto nel mese di giugno, concludendo il lavoro un paio di giorni fa. «Questo progetto avrà una durata di tre anni – ha rilevato Plesli„ – e pertanto riprenderemo i nostri studi nel 2014, soffermandoci in primo luogo sul comportamento degli esemplari adulti, sul modo di istruire i cuccioli e sul comportamento di questi mammiferi nei pressi degli impianti di maricoltura».
Queste strutture rappresentano un magnete per i delfini in quanto costituiscono una facile opportunità per procurarsi il cibo. Sono altresì un pericolo costante poiché non sono rari i casi in cui i tursiopi finiscono per impigliarsi in reti e funi, restando uccisi o correndo gravi rischi.
«Abbiamo portato a termine una grossa mole di lavoro – ha aggiunto Plesli„ – i cui risultati saranno diffusi tra quattro o cinque mesi. Dopo avere studiato la situazione riguardante i delfini del Quarnerolo e dell’isola di Lissa (Vis), posso dire che anche gli animali incontrati nello Zaratino e nel Sebenzano godono di buona salute, anche se purtroppo gli incidenti non mancano in questa porzione dell’Adriatico».
Ha ricordato infatto la vicenda di Bojan, il delfino colpito alla schiena da un’asta di fucile subacqueo e costretto per giorni a convivere con l’arma metallica. La polizia non è riuscita a risalire al responsabile dell’esecrabile incidente, anche se voci ufficiose indicano che a sparare a Bojan sarebbe stato un pescatore, probabilmente arrabbiato nei confronti dei delfini in quanto gli avrebbero strappato le sue reti.
«Il nostro delfino è riuscito a liberarsi dell’asta da solo – così l’esponente di Mondo blu – e siamo propensi a credere che riuscirà a riprendersi del tutto. Purtroppo i casi di uccisione e ferimento di questa specie protetta non sono rari e dunque ci appelliamo a pescatori e diportisti affinché i delfini siano lasciati a vivere in pace. La loro presenza è un buon segno per l’Adriatico».
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