Dalmazia, collisione in mare, 3 morti e 4 dispersi
DUBROVNIK Qualche minuto prima delle 21.30 dell’altra sera. Nel canale tra le isolette di Calamotta e Giuppana, nell'arcipelago raguseo delle Elafiti, imperversano scirocco e onde alquanto alte che rendono difficoltosa la navigazione. In questo scenario, all’improvviso, esplode il fragore prodotto dalla collisione tra due imbarcazioni: la motovedetta Dan„e della Capitaneria portuale di Dubrovnik e un gommone lungo sette metri che a bordo porta nove persone, tutti cittadini croati che lavorano nel settore della ristorazione.
L'urto è tremendo. L’unità della Capitaneria fa immediatamente dietrofront e presta i primi soccorsi. Quasi subito vengono ritrovati i corpi senza vita di due delle persone che erano sul gommone: si tratta del proprietario del ristorante What's Up, situato sull'isolotto di Giuppana, e della cuoca del locale. Due le persone ferite mentre cinque risultano i dispersi, tra i quali c’è il titolare di un altro noto ristorante di Giuppana, il Bowa. Un bilancio già tragico ma destinato ad aggravarsi nelle prossime ore: soltanto intorno alle 14 di ieri viene rinvenuto il cadavere della terza vittima accertata del sinistro: è un uomo di Velika Gorica, nei pressi di Zagabria. Continuano le ricerche degli altri quattro dispersi.
Quella accaduta martedì sera nelle acque ragusee è stata una tra le peggiori tragedie in mare accadute degli ultimi dieci anni in Croazia. Per l’intera giornata di ieri gli equipaggi delle unità della Capitaneria ragusea e della polizia, imbarcazioni private, un elicottero delle Forze armate croate e uomini rana del ministero dell'Interno hanno cercato i dispersi nella zona dell’impatto: un’area in cui il mare è profondo una quarantina di metri. I soccorritori hanno puntato l’attenzione anche sulle isole di Calamotta e Giuppana, nella speranza che qualcuno abbia raggiunto la riva a nuoto, mettendosi in salvo.
Sul sinistro il ministero del Mare e Trasporti ha aperto un'inchiesta: le indagini sono condotte da Procura statale e polizia. In base a una prima ricostruzione, pare che il gommone stesse procedendo a luci spente, come confermato da Velimir Setka, che nell'incidente ha rimediato ferite leggere ed è stato subito dimesso dall'ospedale di Dubrovnik.
L'altro ferito ha invece riportato la frattura di una clavicola ed è stato trattenuto nel nosocomio della città dalmata. Il portavoce della Capitaneria portuale ha puntualizzato che il Dance, perfettamente funzionante e con le luci accese, era in navigazione per un trasporto sanitario d'urgenza verso l'isola di Meleda. Al momento della collisione si trovava nel mezzo del canale. Il gommone - per cause ancora da chiarire - era invece praticamente invisibile e, stando ai risultati delle prime indagini, non appariva nemmeno negli schermi radar.
A Dubrovnik è arrivato ieri il ministro del Mare e Trasporti, Oleg Butkovic, il quale ha confermato l'apertura dell'inchiesta annotando come le ricerche risultino complicate per le brutte condizioni meteomarine, con mare mosso e scirocco fino a 35 nodi. «Ho espresso il cordoglio ai familiari delle vittime la cui identità è stata accertata - ha affermato il ministro - faremo del nostro meglio per trovare gli eventuali superstiti e per scoprire le cause all' origine della tragedia».
Tornando a Velimir Setka, l’uomo ha fatto sapere di essersi salvato solo perché nello scontro si era aggrappato fortemente al gommone, subito dopo avere udito il pilota del gommone che diceva «Mio Dio, ma che cosa è questo?», riferendosi evidentemente alla motovedetta apparsa all'improvviso. «La cuoca deceduta - è l’ulteriore, drammatico particolare rivelato da Setka - era sul gommone assieme al figlio, anch'egli scomparso. Era salita a bordo tremando: diceva di avere paura perché non sapeva nuotare».
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