Dall’operaio al medico. I 95 aspiranti “romani” nella corsa a 5 stelle

I listini scelti online dai 2mila iscritti al movimento in regione. Per i sette collegi uninominali sarà invece Di Maio a decidere
Luigi Di Maio interviene durante la proclamazione del candidato presidente del Movimento 5 Stelle per la Regione Lombardia. Milano, 25 Novembre 2017. ANSA/FLAVIO LO SCALZO
Luigi Di Maio interviene durante la proclamazione del candidato presidente del Movimento 5 Stelle per la Regione Lombardia. Milano, 25 Novembre 2017. ANSA/FLAVIO LO SCALZO

TRIESTE. La carica dei 95. Tanti sono gli aspiranti che saranno votati alle parlamentarie con cui il Movimento 5 Stelle designerà i due quartetti da inserire nelle liste proporzionali di Camera e Senato. Il via ai clic è stato dato ieri e la procedura dovrebbe concludersi domani: continui rallentamenti della piattaforma Rousseau hanno convinto infatti i pentastellati a concedere un giorno di proroga per le operazioni.

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I listini saranno decisi dagli iscritti: i responsabili regionali ne stimano circa duemila, anche se non esistono dati certi. Per i sette collegi uninominali sarà invece Luigi Di Maio a cooptare direttamente gli elementi ritenuti più idonei: i grillini sono al lavoro per reperire esponenti della società civile che possano pescare oltre lo steccato del Movimento e non escludono qualche notevole sorpresa a livello locale.

Studenti, impiegati, commercianti, operai, disoccupati, docenti, liberi professionisti, pensionati, medici. A scorrere la lista degli aspiranti parlamentari si trovano tutti i mestieri e tutte le età, dai 29 anni di Sabrina De Carlo e Mauro Binetti ai 71 di Brian Harland, passando per lo studente (sic!) 39enne Maurizio Miani. Proprio l’anagrafe segna lo spartiacque delle primarie grilline: gli under 40 possono infatti presentarsi solo alla Camera, mentre gli over sono obbligati a optare per il Senato.



La suddivisione vede abbondanza per Palazzo Madama: 75 persone, contro i soli 20 candidati per Montecitorio. In partenza erano 119, ma qualcuno è stato accantonato per aver avuto esperienze politiche in altri partiti dopo il 2009. Il coordinatore della campagna elettorale, Paolo Menis, si dice «soddisfatto della partecipazione», che registra una stragrande maggioranza di volti ignoti, posto che gli unici ad aver già ricoperto un mandato politico sono l’ex consigliere comunale triestino Stefano Patuanelli, la consigliera regionale udinese Elena Bianchi e l’ex consigliera comunale goriziana Manuela Botteghi.

Gli altri sono attivisti più o meno coinvolti nella vita del Movimento ma anche elementi avvicinatisi in vista dell’appuntamento elettorale: «Individuare un criterio che assicuri di evitare gli opportunisti è difficile», confessa un pentastellato della prima ora, ammettendo una certa impennata di recenti adesioni a Rousseau. E più di qualcuno nel Movimento parla di cammellaggio delle truppe, secondo modalità tipiche delle fasi precongressuali dei partiti tradizionali. Da una parte, candidati che mirano a usare il Movimento come ascensore; dall’altra parenti e amici che aderiscono per dare manforte alle parlamentarie, dove potrebbe bastare anche solo un centinaio di voti per finire nei listini bloccati. Il meccanismo è favorito dalla decisione dei vertici nazionali di consentire di iscriversi alla nuova associazione del M5S fino al 3 gennaio, ottenendo un diritto di candidatura e di voto, prima riservato solo a chi risultava aderente almeno da un anno prima delle consultazioni.

Gli esiti dipenderanno dai nomi su cui si concentreranno le preferenze degli attivisti e dalla visibilità pubblica di alcuni candidati più noti. I bookmaker interni profilano un testa a testa per il Senato tra Patuanelli e Bianchi, seguiti da Botteghi, Sandro Varnier e Roberto Bonifacio. Più aperti i giochi alla Camera, dove le voci di dentro danno per favorita Sabrina De Carlo, ex dipendente e addetta alla comunicazione del gruppo consiliare. Per Palazzo Madama circolano inoltre i nomi della triestina Viviana Dal Cin, della monfalconese Alice Gregori e dei pordenonesi Luca Sut e Cesare Luperto.

Gli iscritti potranno esprimere tre voti per la Camera e tre per il Senato, dopo aver visionato su Rousseau curriculum, dichiarazione di intenti e informazioni su militanza grillina e precedenti esperienze politiche, che ogni candidato ha caricato sulla sua pagina personale. Niente video di presentazione, per evitare le derive demenziali registratesi in clic day precedenti. Gli eletti saranno resi noti molto probabilmente domenica, durante una convention organizzata a Pescara, ma resta da capire se i nomi saranno accompagnati dal numero di voti raccolti. L’ordine in lista dipenderà da questi ultimi, ma l’obbligo dell’alternanza di genere comporterà modifiche e qualche esclusione. Non esistono inoltre garanzie di rappresentanza provinciale: in lista andranno i più cliccati, senza una suddivisione su base territoriale visto che il collegio del Fvg è unico.

I nomi per gli uninominali dovrebbero a loro volta essere decisi entro domenica: l’unico ufficiale è per ora quello di Vincenzo Zoccano. Il professore di storia dell’Università di Trieste, Pietro Neglie, avrebbe chance per un posto alla Camera, ma corre anche per il Senato alle parlamentarie.
 

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