Dall’ex Volta all’Oberdan Un rebus da venti milioni
Gli esami non finiscono mai, ma nemmeno i cantieri. Certamente quelli delle scuole superiori triestine, passate di competenza del Comune dopo il tramonto delle Province. La giunta Dipiazza ora ha sul groppone ben 20 milioni di investimenti per rimettere in sesto le malconce strutture cittadine, secondo le stime compiute ancora a suo tempo dalla stessa amministrazione provinciale. Un’impresa titanica perché i fondi statali e regionali spesso arrivano col contagocce. Di ristrutturazioni, in questi ultimi anni, se ne son viste. Ma molto resta da fare, avverte l’ormai ex assessore provinciale al Patrimonio Mariella De Francesco che fino a poco tempo fa aveva in mano la mappa dei lavori da avviare. Il discorso è complesso. Perché mentre sistemi gli infissi da una parte, si sgretola l’intonaco dall'altra. Rifai i bagni, ma non i corridoi. Sistemi il riscaldamento, ma chi pensa alle facciate esterne? Aggiusti il parquet della palestra, ma nel frattempo nei laboratori si lavora con strumenti anteguerra. «Anche questo è un problema - evidenzia l’ex assessore - aule e materiali spesso sono insufficienti alla didattica». Se i soldi sono pochi ci si concentra sulle priorità. Che significa, innanzitutto, sicurezza. «Ecco - riprende De Francesco - da questo punto di vista mi sento di dire che molto negli ultimi anni è stato fatto». Rimesse a norma le finestre pericolanti e gli impianti elettrici, ora tocca al resto. Un primo sommario inventario segnala, ad esempio, che nella succursale del liceo classico Petrarca in largo Sonnino bisogna mettere a posto la facciata. Da rifare pure corridoi e scale. «Sono sicure, ma andrebbero allargate secondo le normative vigenti. Stiamo parlando di una struttura piccola - chiarisce - perché nasce come una scuola elementare e quindi è inadatta a ragazzi più grandi. Ci si adatta perché gli spazi sono quelli che sono».
In cima alle priorità pure l’ex Volta, in via Battisti, oggi sede distaccata del liceo scientifico Galilei e di alcune classi dell’istituto tecnico industriale di lingua slovena Stefan. Il palazzo, senza altri investimenti, rischia di rimanere utilizzato a metà: c’è il pianoterra da sistemare, così come il primo piano, mentre il secondo e il terzo sono già stati rimessi a nuovo. L’elenco continua con l’edificio di piazzale Canestrini, a San Giovanni. Si tratta dell’ex Stefan, sottoposto a un rifacimento totale. I lavori, lì, saranno completati il prossimo anno scolastico. In futuro la struttura ospiterà pure l’istituto tecnico statale Ziga Zois, che si trova provvisoriamente nell’immobile del parco in via Weiss. Non è finita qui. La succursale dell’ex Carducci, in via Corsi, ha subìto recentemente un intervento alle finestre e agli ambienti interni. Presto toccherà alle facciate, fondi permettendo.
In attesa di lavori di riqualificazione pure l’istituto tecnico Max Fabiani, così come il liceo artistico Nordio, che a causa di alcuni spandimenti in corrispondenza delle vetrate ha delle aree di fatto inutilizzate. «Ci sono dei punti da impermeabilizzare, compresi quelli che danno sul versante del porto - ricorda De Francesco - ma anche le parti interne andrebbero sistemate per rendere tutta la scuola agibile». Cantieri in piazza Hortis, al Nautico-Galvani. «C’era un grosso progetto da quasi sei milioni di euro - ripercorre l’ex assessore - ma l’investimento che poi è stato concretizzato si è limitato a circa due e mezzo. Sono stati ristrutturati tetto, facciate e bagni - puntualizza - ma rimangono ancora da completare i corridoi, ad esempio, oltre alle scalinate». La lista è destinata a non esaurirsi facilmente. «Purtroppo no - avverte l’ex esponente della giunta Bassa Poropat - anche gli istituti messi meglio hanno necessità di manutenzioni continue. Proprio il Petrarca, dove di recente è stata aggiustata la palestra, avrebbe necessità di una rivisitazione completa all’interno. E non solo a spot, come fatto finora. Stesso discorso per l'Oberdan - sottolinea - là vanno riqualificati i laboratori e pure la parte antistante la palestra, spogliatoi compresi, oltre al campo esterno. Tirando le somme, si raggiungono non meno di 20 milioni di euro».
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