Dalle scuole superiori Fvg okay al rientro «ma servirà l’ennesimo riassetto»

TRIESTE Gli studenti delle superiori verso il ritorno a scuola in presenza al 75% dal 7 gennaio. È la linea decisa dal governo in tema di didattica. Un nuovo cambio di rotta dopo i tanti già registrati dall’inizio dell’emergenza. E anche dagli istituti del Friuli Venezia Giulia, ancora una volta, si sottolinea la fatica a riorganizzare programmi e lezioni, oltre alla confusione di informazioni che anticipano i Dpcm. Informazioni poco chiare inizialmente ieri, quando non si capiva se la misura fosse indirizzata solo agli istituti superiori o anche alle altre realtà (per le quali però la didattica in presenza è rimasta in vigore). «Chiederemo chiarimenti sul passaggio relativo alla scuola – spiegava ieri mattina il governatore del Fvg Massimiliano Fedriga intervenendo in una trasmissione – quando dice che dal 7 gennaio riapre al 50% (poi diventato 75%, ndr) per la popolazione studentesca: per tutta la popolazione scolastica? O riguarda solo la scuola secondaria di secondo grado? Ho fatto una lettura sommaria visto che ci hanno mandato il testo questa notte (l’altra notte, ndr) alle 2.32. Abbiamo sempre cercato di collaborare – ha precisato – anche con discreto anticipo, e valuteremo».
Per molte scuole superiori intanto è una buona notizia parlare di rientro, anche se comporterà una nuova risistemazione generale delle attività e delle lezioni, che al momento vengono effettuate da remoto. «Un’ipotesi che era prevedibile già da un po’ di giorni – commenta Teresa Tassan Viol, rappresentante dei presidi in regione –: tutti siamo in attesa di poter tornare in qualche modo alla normalità, nella speranza che a gennaio la situazione pandemica sia meno grave di ora. Ho sempre pensato che non si sarebbe potuto tornare al 100% in presenza dopo le vacanze natalizie, anche perché su alcuni fronti non ci sono significativi cambiamenti organizzativi, in primis sul trasporto pubblico. Guardiamo con favore alla ripresa perché consentirà ai ragazzi, seppur non completamente, di riappropriarsi dei loro spazi. Ricordo comunque – sottolinea – che finora le scuole hanno funzionato molto bene, grazie agli insegnanti e anche alla luce dell’impegno degli studenti, ma penso che l’esigenza di tornare in classe sia evidente, legittima e sentita».
Considerazione simile anche per la dirigente scolastica del liceo Oberdan di Trieste, Maria Cristina Rocco: «Il 75%? Tutto si può fare. Certo sarà necessario ripensare a tutto, dovremo capire come ripartire con la nuova modalità. Sarà l’ennesimo lavoro da riavviare, ma ormai siamo abituati».
Pronti a nuovi scenari anche al liceo Dante-Carducci, sempre a Trieste, dove però si sottolinea come il mondo della scuola sia stato soggetto quest’anno a continui cambiamenti in corsa. «Siamo stanchi – spiega la preside Oliva Quasimodo –. Ci adegueremo, naturalmente, ma da settembre, o ancora prima, da marzo, non facciamo altro che andare incontro a nuove misure che vengono introdotte. Risistemare ogni volta l’organizzazione generale implica tanta fatica. Anche in questo caso, troveremo il modo per seguire le indicazioni. Ma – ribadisce – i docenti sono stanchi, va rimodulata costantemente la didattica, e anche gli studenti sono disorientati. Siamo affaticati – conclude – e credo di rappresentare il pensiero di gran parte della comunità scolastica». —
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