Dalle multe alla cella in Ungheria scattano le nuove norme contro i senzatetto
BUDAPEST Occorre mantenere ordine e decoro e i dormitori pubblici sono a disposizione per chi lo vorrà, assicura il governo. L’altra campana parla di una nuova misura controversa, priva di umanità, atta a criminalizzare e celare allo sguardo chi non può permettersi un’abitazione, i più poveri.
Certo è che il giorno del “redde rationem”, lunedì 15 ottobre, s’avvicina. Sarà quello in cui un Paese Ue, l’Ungheria, vedrà entrare in vigore norme che di fatto rendono “fuorilegge”- dopo i migranti - le persone che vivono in strada, senzatetto o homeless insomma. Lo prevedono nuove norme – introdotte a giugno con emendamenti costituzionali - che concretizzano misure rigide contro i più poveri, proibendo loro di «risiedere in spazi pubblici» in tutto il Paese, ha segnalato fra i tanti la Hungarian Civil Liberties Union (Hclu). Sarebbero oltre 10 mila i "barboni" in Ungheria; altre stime parlano di 30 mila. Di certo «negli ultimi 5 anni almeno 50 mila persone hanno sperimentato un’esperienza da senza casa, dormendo all’aperto o in dormitori» pubblici, ha precisato la Federazione europea delle organizzazioni nazionali che lavorano con gli homeless (Feantsa) in un recente studio.
Come si applicherà la legge? La forza pubblica che pizzicherà qualcuno a dormire per strada o in altri luoghi pubblici chiamerà i servizi sociali, invitando il senzatetto ad andare in un dormitorio. Gli homeless che non accetteranno saranno inseriti forzatamente in programmi di lavoro obbligato, evitabili solo pagando una multa. Se non parteciperanno a questi programmi o se saranno colti per tre volte a dormire all’aperto, potranno essere condotti in carcere.
Sono mosse che «vogliono far sparire la povertà» nascondendola, «cinismo senza fine», ha detto la Hclu. La versione del governo – dal 2010 in prima linea con altri provvedimenti similari contro gli homeless - è ben diversa. Ci sono abbastanza spazi nei dormitori e Budapest investe nella lotta alla povertà più degli altri Paesi europei, ha assicurato il portavoce Zoltan Kovacs al Guardian. Per Freek Spinnewijn, direttore di Feantsa, si tratta invece di misure «ridicole e che non funzioneranno», dice da Bruxelles suggerendo che Feantsa resta contraria alla criminalizzazione, via per celare il problema e non risolverlo fornendo case decenti.
E il punto di partenza «sbagliato» del governo magiaro è che «ci siano abbastanza alloggi per senzatetto e che essi non debbano dunque dormire per strada: noi lo contestiamo». In più, il settore carcerario «non ha capacità per accogliere migliaia di persone», si rischia solo di «cacciare dalle città» i barboni, ha suggerito l’Ong Utcajogasz. Critiche condivise, già a giugno, da Leilani Farha, rapporteur Onu sul diritto alla casa, che aveva definito la «criminalizzazione dei senzatetto» una potenziale violazione dei diritti umani. E una misura «i cui presunti vantaggi sociali sono di molto superati dalle conseguenze» negative. —
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