Dalle lauree in Austria e Spagna alla battaglia per gli animali

Martina Pluda è rientrata a Trieste, sua città di origine, dopo 12 anni all’estero Ora è capo della nuova sede italiana della ong Human Society International 



Da Vienna a Trieste, dopo aver vissuto anche in Spagna. Martina Pluda, 31 anni, cervello giuliano in fuga, partita da Trieste nel 2008 per studiare all’estero, torna nella sua città d’origine: sarà la prima direttrice della nuova sede italiana di Humane Society International, un’associazione internazionale, leader globale nella protezione degli animali da più di 25 anni.

Attraverso la realizzazione di studi scientifici, campagne di sensibilizzazione e programmi di educazione, l’organizzazione non governativa si batte per la protezione della fauna selvatica, l’eliminazione degli animali nei test scientifici e di prodotto, per fermare l’uccisione della vita marina e migliorare le condizioni degli animali allevati per il settore alimentare e dell’abbigliamento. Anche attraverso progetti sul campo, l’organizzazione s’impegna quindi a proteggere gli animali randagi e quelli vittime di catastrofi naturali. Obiettivi e valori questi che combaciano appieno con quelli di Martina.

«Sono contenta di poter avviare le attività di Humane Society International Italia e contribuire allo sviluppo della protezione animale nel mio Paese – sottolinea Pluda –. C’è ancora molto lavoro da fare qui. Devo ricordare inoltre che il nostro lavoro è possibile grazie alle donazioni di privati».

Diverse sono le campagne che l’ong segue in questo momento. Di recente si è focalizzata sul divieto del consumo e del commercio di carne di cane e gatto in Asia: «Abbiamo lanciato in questi giorni una petizione italiana per chiedere ai governi asiatici di fermare questa crudeltà (https://action.hsi-europe.org/bastacarnedicane)».

E proprio oggi l’associazione annuncia la chiusura di un allevamento di carne di cane in Corea del Sud, salvando 70 animali dal macello. «Ci stiamo occupando anche del tema Covid-19 – aggiunge – abbiamo rivolto un appello a tutti i governi del mondo per chiedere che i mercati di fauna selvatica, che sono stati la causa della propagazione del virus, vengano chiusi e venga vietato il commercio di animali selvatici».

Martina aveva lasciato Trieste per Salisburgo nel 2008, appunto, per ottenere contemporaneamente due titoli di laurea: in Giurisprudenza e in Economia e diritto. Ma la triestina non si è fermata a questi studi. Ha proseguito poi con una specialistica in Diritto animale, in Spagna.

L’idea di lavorare nell’ambito dei diritti degli animali inizialmente si era intrecciata con la volontà di percorrere anche una carriera da giornalista. Pluda infatti, come freelance, aveva già scritto per alcuni giornali locali. Tanto che poi, durante l’università aveva ricoperto il ruolo di responsabile della comunicazione per Derechoanimal.info, una piattaforma dedicata al diritto animale. Tornata in Austria, aveva ottenuto un posto come responsabile dei Diritti audiovisivi per la Radiotelevisione austriaca, per poi approdare in Belgio, a Bruxelles, per uno stage in Humane Society International, la ong di cui ora è direttrice per la sede italiana. Rientrata nuovamente in Austria è stata nominata responsabile delle campagne per Four Paws, altra ong internazionale che si occupa di protezione animale. In questo periodo aveva avuto il tempo anche per scrivere un libro. Il tema? Il diritto animale nel Terzo Reich. —



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