Dalle estetiste ai titolari di ditte edili: a Trieste è boom di imprenditori stranieri
TRIESTE gestiscono saloni di acconciature e centri estetici. Mandano avanti ditte che si occupano di serramenti e ristrutturazioni edilizie. Sfornano quotidianamente panini di kebab e porzioni di ravioli al vapore. Sono le migliaia di imprenditori stranieri presenti a Trieste. Città che, proprio in virtù del boom di attività gestite da imprenditori originari di altri Paesi, si piazza al secondo posto, dopo Prato, nella classifica delle realtà con tessuti economici più internazionali.
i dati
A non parlare italiano, in città, sono i titolari di 2.688 aziende, il 16,6% di quelle complessivamente presenti. Un numero, e una percentuale, in costante crescita negli ultimi tre anni. Nel 2009 l’incidenza delle imprese straniere era del 15,2%, scesa poi al 13,2% nel 2012 e al 10,3% nel 2013. Da lì in poi l’inversione di rotta, con il nuovo balzo in avanti nel 2015 (15%) e nel 2017 (15,8%). Soglie ben al di sopra della media nazionale e dei valori registrati nel resto del Fvg, con Gorizia a quota 12,9%, seguita da Pordenone (11,3%) e infine Udine (10, 5%).
i settori
Ad incidere in modo particolare sulla crescita di imprese straniere nella provincia di Trieste è l’aumento di imprenditori impegnati nel comparto dell’edilizia, in quello dei pubblici esercizi, o in servizi come quelli forniti dalle imprese di pulizie, da parrucchieri e sarti. Stabile il commercio al dettaglio, con una riduzione dei negozi di abbigliamento gestiti da cinesi e un contestuale aumento di quelli dedicati a vendita e riparazione di articoli per telefonia e computer.
le nazionalità
A farla da padrone sono gli imprenditori di origine cinese, serba, croata, albanese, slovena, rumena, marocchina e turca. Una stima approssimativa delle associazioni di categoria che registrano la crescita più importate di imprese straniere, evidenzia un tasso di incidenza del 30% degli stranieri nel comparto dell’edilizia, del 11-12% in quello dei pubblici esercizi, del 6-7% tra sarti specializzati solo in riparazioni e parrucchieri. Nel settore edile le imprese straniere si dedicano principalmente al restauro interno di appartamenti e non alla posa di serramenti o all’installazione di impianti elettrici e termici.
l’analisi
Il direttore di Confartigianato Trieste, Enrico Eva, spiega che «la presenza di imprese di proprietà di sloveni, croati e albanesi incide in maniera importate ed in costante aumento». «Dall’elaborazione delle paghe effettuata dai nostri uffici - constata - emerge che queste aziende non danno però, per ora, lavoro ad italiani». Nel campo della ristorazione e del commercio, invece, gli imprenditori cinesi hanno iniziato ad assumere anche personale italiano. Eva evidenzia come «la maggior parte di questi imprenditori stranieri lavora per mantenere la famiglia all’estero. Inoltre hanno un tenore vita diverso, sono cioè parsimoniosi e consumano qui in città l’indispensabile. Riescono quindi spesso ad offrire dei prezzi estremamente concorrenziali, talvolta però anche di qualità inferiore, anche dal punto di vista estetico. Ma è la clientela che determina il mercato. È il consumatore che sceglie». Eva sottolinea quanto, in questo comparto, le imprese italiane investano in formazione, assistenza, qualità del servizio.
pubblici esercizi
«La presenza di imprenditori stranieri nel nostro comparto è sotto gli occhi di tutti - evidenza il presidente di Fipe, Bruno Vesnaver -. Ristoranti giapponesi, bar gestiti da cinesi, kebab, ristoranti guidati da indiani sono in crescita. Da poco, abbiano accolto tra i nostri iscritti anche la prima impresa filippina. È un processo naturale, va di pari passo con lo sviluppo di una città, senza contare che al consumatore piace sperimentare nuove proposte». Per il presidente di Fipe «è importante che tutti si adeguino alle normative, soprattutto di igiene. Quindi, ben vengano i controlli, a tutela del consumatore». –
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