Dalle chicche per intenditori fino al grammofono anni ’30 Nostalgici e tanti ragazzi alla Mostra del disco usato
la fiera
La coda sotto la pioggia davanti alle porte e le restrizioni anti-Covid non hanno fermato gli appassionati e i cultori triestini della musica di ogni genere, che ieri si sono messi ordinatamente in fila per entrare al PalaChiarbola e poter così girare tra gli stand della “Mostra mercato del Disco, Cd & Dvd usato e da collezione”, tornata a Trieste dopo un anno di purgatorio. Oltre 70 gli espositori da tutta Italia e pure dall’estero. Fra gli stand si sono scorte chicche per ogni gusto, dall’hard metal al blues, dal rock progressive ai 78 giri de “La Voce del Padrone”, fino ai 45 giri dei musicarelli e dei cartoni animati giapponesi. Non pochi i visitatori anche da oltreconfine, intenti a scorrere le copertine alla ricerca dell’unicum che dà la svolta alla propria collezione. In esposizione e in vendita, oltre al “piatto forte” rappresentato dai vinili, tra i quali numerosissimi originali, anche vecchie musicassette, cd, manifesti, riviste d’epoca, bottiglie di superalcolici e di birra serigrafate con i nomi dei mostri sacri di rock, punk, metal.
Ante, da Fiume, sta scartabellando alcuni dischi di progressive ex jugoslavo, come quelli degli Atomsko Sklonište, nati nel ’77 a Pola. Nello stand del genovese Pino Pintabona è facile “incontrare” mostri sacri della musica mondiale, come i King Crimson con il loro capolavoro “In the court on the Crimson King”, creatura di Peter Sinfield, ma anche icone che hanno fatto la storia dell’arte come il “banana album” creato da Andy Warhol per i Velvet Underground: «Pare che alla storia della banana – racconta Pino – sia legata la richiesta di risarcimento alla Verve Records da parte di Eric Emerson per l’uso della sua faccia sulla copertina. Infatti, sul retro della versione chiamata “Torso” (quella esposta è la 700.ma copia), è proiettata sulla band l’immagine di Emerson, ritratto durante il film di Warhol “Chelsea Girls”».
Non solo nostalgici attempati. A Chiarbola girano anche molti ragazzi, alcuni dei quali nati quando i vinili si potevano trovare solo in occasioni come queste, ma che evidentemente ne subiscono un fascino molto forte. Lo conferma Franz, classe 2001, da Monfalcone: «I cd hanno ridimensionato l’arte che si sprigionava da una copertina di cartone, rinchiudendola dentro degli involucri di plastica».
C’è pure chi si immerge tra i vinili di musica dance, underground, da discoteca, come Martin Nait: «Voglio fare il dj e questa è l’occasione giusta per ascoltare della musica che altrimenti sarebbe difficile conoscere. In questo stand, dove ho già acquistato qualcosa, è possibile anche ascoltarli, i vinili».
Ben rappresentati sono ovviamente gli artisti di casa nostra, come il rocker di Zocca Vasco Rossi, i Litfiba con il primo album “Eneide di Kripton”, manifesto della new vawe italiana. È il caso dello stand di Vincenzo Marchese da Udine, la cui pagina Fb “Dischi solo in vinile” è seguita da 30 mila follower.
Qui è presente anche un espositore che offre grammofoni e giradischi. Dietro il bancone c’è Ario, di Trieste, che mette in bella mostra le sue «vecchie signore»: «Questo è un grammofono degli anni ’30, mentre le due valigette contengono due giradischi degli anni ’40, uno sovietico e l’altro statunitense».
Ario è tra quelli che presentano anche i mitici dischi a 78 giri che, come spiega, «rispetto ai più recenti microsolco in vinile a 33 e 45 giri, sono caratterizzati da una dimensione del solco notevolmente maggiore, circa il triplo. Per questi motivi - conclude - la loro durata di ascolto è di pochi minuti per facciata. In più la puntina è a chiodino e va sostituita dopo aver ascoltato un paio di dischi».—
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