Dalle Canarie a Trieste, i droni a vela arancioni in navigazione per scoprire i segreti del mare
L’Ogs fra le 12 istituzioni europee coinvolte assieme a una società americana nel progetto di rilevazione di dati oceanografici e atmosferici
Uno dei droni a vela impiegati nella campagna internazionale di rilevamento dati nella quale è coinvolto anche l’Ogs di Trieste
TRIESTE Nei giorni scorsi quella presenza a sud del mar Ligure, in acque internazionali nel triangolo fra il nord della Corsica e la costa da Genova a La Spezia, aveva messo in allerta molti marinai, che avevano segnalato un “battello fantasma arancione” battente “bandiera americana” che, privo di un identificativo radio, si spostava a bassa velocità sempre in una stessa zona.
Poi l’enigma, di cui ha scritto il quotidiano Il Tirreno, è stato svelato. La coppia di droni a vela avvistata nello specchio di mare davanti alla Liguria e alla Toscana è il braccio operativo della missione Atlantico-Mediterraneo (Atl2Med), una campagna internazionale per il rilevamento e la raccolta di una grande mole di dati oceanografici e atmosferici, utili per rispondere alle molte domande aperte in tema di riscaldamento globale e del suo influsso sulle acque degli oceani e dei mari e sulla vita sottomarina.
La campagna è un ottimo esempio di collaborazione tra pubblico e privato, perché riunisce una società californiana, la Saildrone, che produce questi droni a vela, e un network di 12 istituzioni europee di sette Paesi: per l’Italia c’è in prima linea Trieste con l’Ogs - Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale - e un po' della galassia Cnr, con l'Istituto di scienze marine e l'Istituto sui sistemi intelligenti per l’Automazione. Per gli altri Stati ci sono l’Helmholtz centre for Ocean research, The Oceanic platform of the Canary islands, il Laboratoire océanographique Villefranche, il Centre nationale de la recherche scientifique (Cnrs), l'Università della Sorbona e altri ancora. L’attività è svolta inoltre in collaborazione con l’infrastruttura europea Icos – Otc (Integrated carbon observing system – Ocean thematic centre).
Di cosa si tratta? Invece di utilizzare le tradizionali navi oceanografiche, con costi di decine di migliaia di dollari al giorno, equipaggi imponenti e non propriamente ecologiche, la campagna Atl2Med impiega una coppia di droni arancio lunghi e alti sei metri che si muovono molto lentamente, a una velocità che varia da 3 a 5 nodi, in qualsiasi condizione di mare. Sono veicoli senza equipaggio, dotati di numerosi sensori per vari tipi di misurazione, ed estremamente ecologici perché alimentati a energia eolica e solare: come vela sfruttano una superficie al cui interno sono custodite le batterie per l’alimentazione. Possono eseguire missioni di durata fino a un anno, nelle condizioni oceaniche più difficili e senza disturbare l'ecosistema marino che stanno sorvegliando. Sono già stati sperimentati in Alaska, nello Stretto di Bering, e in altri test negli oceani del pianeta.
Per il progetto Atl2Med i due droni a vela sono partiti lo scorso ottobre dal molo del minuscolo porto di Taliarte, nella parte orientale dell’isola di Gran Canaria. Da lì si sono diretti a sud ovest per raggiungere Capo Verde, di fronte alle coste del Senegal, quindi sono risaliti verso nord per inserirsi, attraverso lo stretto di Gibilterra, nel mar Mediterraneo, passando a sud delle Baleari e giungendo nel mar Ligure. Nei prossimi giorni proseguiranno la navigazione passando davanti alle coste toscane, per poi scendere a sud e risalire l'Adriatico fino a concludere la missione a Trieste.
«Grazie a questi droni, pilotati dalla sede di Saildrone in California, potremo raccogliere dati di tipo biogeochimico (Co2, pressione parziale, pH, e così via), fisico, ecologico e di controllo (biomassa/idroacustica) - spiega Vanessa Cardin, una dei tre responsabili della campagna per Ogs -. Con questo sistema è possibile il monitoraggio da remoto di siti molto distanti tra loro». Saildrone ritiene che l’aumento dei dati “in situ” contribuirà a una migliore comprensione dei processi, degli ecosistemi e delle condizioni che hanno un impatto sulle comunità costiere nell’Atlantico, nel Mediterraneo e a livello globale. —
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