Dalle antiche tombe di Salona riemergono vasi e giocattoli
SPALATO La costa dalmata nasconde ancora tanti ricordi della sua storia plurimillenaria. L'ultimo esempio arriva da Salona (Solin), nelle vicinanze di Spalato, che ai tempi dell'Impero romano fu una città importante e fiorente al punto da divenire la capitale della Dalmazia. A Salona nacque peraltro Diocleziano, che dopo essere stato imperatore nel 305 dopo Cristo si ritirò a vita privata trasferendosi nel palazzo costruito per lui, pochi chilometri a sud, nell’allora Aspalathos.
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Gli esperti del Museo archeologico spalatino sono impegnati da tempo in ricerche nella necropoli occidentale di Salona, nel cosiddetto Orto di Metrodori, dove hanno fatto riemergere numerose tombe di epoca romana. Ed ecco che nelle tombe - ha reso noto Ema Višić Ljubić, curatrice della collezione Salona nel Museo spalatino - sono stati rinvenuti numerosi oggetti situati al loro interno. «Gli scavi non sono stati facili perché un metro sotto la superficie abbiamo trovato solide e robuste radici di alberi, che purtroppo hanno danneggiato alcuni sepolcri e parti del murazzo, cioè i blocchi di pietra che dividevano il cimitero dalla vicina strada». Gli archeologi - ha specificato Višić Ljubić - hanno rinvenuto fra gli altri oggetti bottiglie in vetro, lucerne, lampade di ceramica, vasellame, chiodi di ferro, e anche un giocattolo per bambini: si tratta di un cavallino di ceramica, munito di ruote. «Il cavallino purtroppo era a pezzi e non abbiamo per ora ritrovato due delle quattro ruote - ha detto Ivanka Vukšić, responsabile della documentazione sulle ricerche –: sarà ricostruito dai restauratori del nostro museo archeologico». Fra gli oggetti - ha precisato ancora Vukšoć - sono stati ritrovati anche dei dadi da gioco.
Non tutti i manufatti sono stati scoperti nei sarcofagi, e dunque non tutti possono essere collegati direttamente ai defunti in quanto nell’area risultano stratificazioni accumulate nel tempo. Gli esperti - coadiuvati anche da studenti del Dipartimento di archeologia dell'Ateneo di Zara - concordano comunque sull’importanza dei ritrovamenti.
«C’è ancora tanto da fare - ha concluso Višic Ljubic – e il nostro obiettivo è quello di valorizzare compiutamente questo sito archeologico, che ci restituisce la fotografia delle antiche pratiche funerarie dei residenti a Salona». —
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