Dalle Alpi a piazza Unità: 700 chilometri in bici per il turismo “slow” e l’orgoglio delle donne

Silvia e Linda, autrici del blog “Cicliste per caso”, sono compagne di viaggio e di vita: hanno pedalato per lanciare la raccolta fondi per la Ciclovia Aida

TRIESTE Sono solide compagne di viaggio, in sella alle loro due ruote, ma ormai sono anche compagne nella vita, visto che sono sposate dal 2018. E questa volta, Silvia Gottardi e Linda Ronzoni, le protagoniste milanesi del blog “Cicliste per caso”, hanno pedalato per quasi 700 chilometri lungo la Ciclovia Aida (acronimo di “Alta Italia Da Attraversare”), che unisce le città del Nord, dal Moncenisio, sulle Alpi tra Francia e Piemonte, fino a Trieste.



L’obiettivo delle due donne, oltre al piacere di vivere una nuova esperienza di turismo lento e responsabile, era quello di promuovere la raccolta fondi denominata “Adotta un km”, riferito proprio alla Ciclovia Aida, promossa da Fiab – Federazione italiana Amici della bicicletta Onlus, che nel 2016 ha ideato questo progetto di cicloturismo, ora inserito nella Rete Bicitalia e riconosciuto dal Ministero dei Trasporti. Il percorso è lungo in totale 900 chilometri e collega diversi beni patrimonio dell’Unesco, sfruttando in parte itinerari già realizzati. La campagna di Fiab inizierà a novembre e durerà 40 giorni: i promotori cercheranno di raggiungere la cifra di 30 mila euro, necessari a tracciare il percorso con il Gps e a utilizzare una videocamera in grado di scattare fotografie e documentare eventuali criticità lungo il tracciato.

Inoltre, il denaro raccolto servirà per stampare più di ottomila adesivi segnavia, resistenti al sole e alla pioggia, per indicare ai ciclisti i due sensi di marcia. Ma i fondi saranno utilizzati, come comunicano da Fiab, anche «per sostenere il progetto della Ciclovia sia dal punto di visto comunicativo che da quello della pressione verso le istituzioni locali e nazionali, per un suo pieno sviluppo in armonia con le politiche» a favore della mobilità sostenibile. «Usiamo la bicicletta perché è democratica, libera e sostenibile ed è il simbolo per eccellenza dell’emancipazione della donna», ha raccontato ieri Silvia, al suo arrivo in stazione a Trieste, mentre Linda ha dovuto abbandonare prima l’impresa per motivi di lavoro: «Non siamo cicliste professioniste e il blog nasce da un viaggio di cinque anni fa in Patagonia. Linda, che è molto creativa, ha lanciato questo progetto. Ci piace l’idea che mentre facciamo delle vacanze riusciamo anche a raccontare qualcosa che ci sta a cuore. Le donne hanno iniziato a mettersi i pantaloni proprio per andare in bici e con la bici hanno potuto allontanarsi da casa».

Diversi sono i viaggi delle “Cicliste per caso”. Sia quelli già vissuti che quelli in programma, dall’Italia al resto del mondo. «Quest’estate siamo andate da Bari fino a Milano – ha aggiunto Silvia – completando il giro d’Italia sulle tracce della ciclista Alfonsina Strada, mentre lo scorso anno abbiamo viaggiato dal Canada al Messico».

Nella vita di tutti i giorni Silvia, che è un ex giocatrice di basket professionista ed era parte della squadra nazionale, ama la fotografia ed è direttrice del Magazine online “Pink Basket”, l’unico in Italia interamente dedicato al basket femminile. Linda, invece, nasce come graphic designer ed è art director di progetti di comunicazione. Ma è anche appassionata di scrittura, ha frequentato la Scuola Holden di Torino, il corso di Raul Montanari a Milano, ed è l’autrice dei testi pubblicati sul blog “Cicliste per caso”.—


 

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