Dall’Aids un farmaco per cure post-ictus
TRIESTE Dalla scoperta di come HIV infetta le cellule a come riparare il cervello dopo un ictus la distanza sembra essere notevole. Ma questa storia in tre capitoli mostra come invece la medicina sia imprevedibile.
Capitolo 1. 1983. Viene scoperto e sequenziato HIV, il virus che causa l’Aids. Risulta subito chiaro che questo, per entrare nelle cellule del sangue, usa un recettore, la molecola CD4. Ma si capisce anche che CD4 non basta, deve esserci anche un altro co-recettore, che rimane misterioso.
Capitolo 2. Inizio degli anni’90. La comunità gay di New York è decimata dall’Aids. È abituata a fare sesso promiscuo e non protetto, due condizioni in cui il virus dilaga. Ma alcuni individui, pur esposti al virus, non si infettano: sono geneticamente resistenti. Nel 1996, i ricercatori dell’Aaron Diamond Aids Research Center di New York ne scopre il motivo: questi individui mancano della proteina CCR5, perché il gene che codifica per questa è mutato. CCR5 risulta essere il misterioso co-recettore che, insieme a CD4, consente l’entrata del virus nelle cellule. L’informazione consente di sviluppare un farmaco, il Maraviroc, che blocca l’infezione. Entra in commercio nel 2007 e oggi fa parte dell’armamentario degli oltre 30 farmaci disponibili per controllare la malattia.
Capitolo 3. 2016. Il neuroscienziato Alcino Silva a Ucla vuole capire quali siano i geni che rendono i topi più intelligenti. Analizza 148 ceppi diversi per la loro capacità di imparare e ricordare, scoprendo che i livelli di CCR5 nel cervello sono inversamente proporzionali alle prestazioni intellettuali: più sono alti e più bloccano la formazione delle sinapsi fondamentali per l’apprendimento.
Contemporaneamente, Thomas Carmichael sempre a Ucla osserva come il recupero dei pazienti dopo un ictus sia del tutto simile all’apprendimento nei neonati, come se questi dovessero imparare nuovamente a camminare o parlare. Con il suo team va ad analizzare i livelli di CCR5 dopo un danno cerebrale e trova che questi sono alle stelle. Pubblica questa settimana la sua ricerca su Cell, mostrando come i topi senza CCR5 riparino i danni al cervello in maniera molto più efficace. Non soltanto: andando a vedere le casistiche dei pazienti con ictus, quelli che casualmente hanno una mutazione di CCR5 (come gli individui gay della coorte di New York) recuperano il danno cerebrale meglio e più in fretta. Morale finale: entro la fine di quest’anno, Carmichael inizierà una sperimentazione su 30 pazienti somministrando Maraviroc dopo un ictus. Sapremo quindi presto se questa storia apparentemente sconnessa alla fine si trasformerà nella prima terapia efficace per rigenerare il cervello. –
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