Dall’acqua alle multe, arriva la stangata
TRIESTE. Lo spumante e, un attimo dopo, l’aumento. Dal primo gennaio 2015 scattano, come ogni nuovo anno, i rincari per i cittadini italiani. I più penalizzati saranno i lavoratori che utilizzano quotidianamente automobili e camion, fa sapere la Cgia di Mestre, mentre Adusbef e Federconsumatori quantificano in poco meno di 700 euro la stangata su ciascuna famiglia.
Taxisti, agenti di commercio, autotrasportatori dovranno innanzitutto fare i conti con il ritocco delle tariffe autostradali. Piccola consolazione, nel 2015 l’aggiornamento del ticket non supererà l’1,5%, il tetto massimo imposto dal ministro dei Trasporti Maurizio Lupi. Ma chi si metterà al volante già a gennaio dovrà sopportare anche gli aumenti di benzina e gasolio e l’adeguamento biennale all’inflazione degli importi delle multe per violazione del codice della strada. Balzello di ritorno, inoltre, quello previsto dalla legge di Stabilità per auto e moto vintage, tra i 20 e i 30 anni di immatricolazione, anche se certificate come storiche, i cui proprietari saranno nuovamente costretti a pagare il bollo senza alcuno sconto.
«Quella sporca dozzina» è la sintesi sarcastica della Cgia nello snocciolare le 12 voci interessate dagli aumenti di inizio anno. Si inizia con l’acqua potabile: a fronte di una riduzione del 10% per 6 milioni di consumatori, per circa 40 milioni di italiani sono previsti rincari del 4,8%, per effetto, ha spiegato il presidente dell’Authority Guido Bortoni, della ripresa degli investimenti da parte delle aziende erogatrici. Nel prossimo quadriennio, infatti, 4,5 miliardi di euro verranno utilizzati per nuove infrastrutture, tutela ambientale e miglioramento dei servizi idrici. Alle quattro voci che riguardano le categorie che usano i mezzi di trasporto, la Cgia, nell’auspicare con il segretario Giuseppe Bortolussi il rilancio dei consumi interni e la riduzione del carico fiscale, fa seguire le note dolenti dei contributi previdenziali per artigiani, commercianti e le partite Iva iscritte alla gestione separata Inps – si tratta di formatori, ricercatori, informatici, creativi, free-lance e altre categorie di consulenti operanti solitamente al di fuori di ordini e albi professionali –, che si vedranno alzare le aliquote del prelievo.
Ma dal primo gennaio scattano anche gli incrementi delle accise sulla birra, sui vini liquorosi e sull’alcol etilico (e quindi whisky, rhum e gin), dell’aliquota (dall’11 al 20%) dei fondi pensione e di quella (dall’11 al 17%) relativa alla rivalutazione del Tfr. A completare il quadro, infine, la riduzione dell’esenzione sui capitali percepiti da contratti di assicurazione sulla vita e l’aumento dell’Iva (dal 10 al 22%) sul pellet da riscaldamento, altro “regalo” della Stabilità.
La buona notizia della riduzione delle bollette energetiche – il consueto aggiornamento triennale dell’Authority ridurrà dal primo gennaio i costi di luce e gas del 3% e dello 0,3% – non basterà certamente a compensare le uscite. Adusbef e Federconsumatori, spaventati in particolare dai possibili adeguamenti della Tasi e dagli incrementi delle tasse addizionali locali, stimano gli aumenti 2015 in 677 euro a famiglia.
Nel dettaglio le due associazioni ipotizzano 185 euro in meno per quel che riguarda carburante, gas e luce, ma 125 euro in più per l’alimentazione e varie altre aggiunte rispetto al 2014: 12 euro per l’assicurazione auto, 37 al casello autostradale, 135 per Tari e Tasi, 22 per l’acqua, 56 per i trasporti, 114 per le tariffe professionali, 32 per quelle postali, 103 per i prodotti per la casa, 84 per i figli a scuola, 142 per le addizionali.
«Aumenti con una connotazione speculativa – è la denuncia – o derivanti da inefficienze di sistema o ancora da inaccettabili incrementi di tassazioni dirette e indirette tramite ritocchi tariffari di aziende partecipate o, peggio, sotto le pressioni politiche delle lobby, come accade con le concessionarie autostradali».
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