Dalla vecchia Dc all’ex Pci La divisione delle poltrone

Fra capogruppo e partecipate, da anni ai vertici spuntavano spesso gli stessi nomi L’«ala sinistra» ricollocata in vari cda, saldo in sella il blocco socialista
Lasorte Trieste 24/10/14 - Via Caboto, Centro Direzionale, Centro Logistico COOP, Cooperative Operaie
Lasorte Trieste 24/10/14 - Via Caboto, Centro Direzionale, Centro Logistico COOP, Cooperative Operaie

L’importante è... partecipare. Presidiare le partecipate, nel caso del gruppo di potere che fino a venerdì 17 ottobre ha governato le Cooperative operaie di Trieste, Istria e Friuli.

Il mondo della cooperazione, fondato sul principio della solidarietà reciproca dei soci, è inclusivo per definizione, d’altronde. La storia recente delle controllate dalla casa madre delle Coop operaie ne è, in teoria, una dimostrazione, dato che nei vari consigli d’amministrazione, gira e rigira, in questi ultimi anni spuntavano le solite facce: o gli stessi vertici in carica delle Coop operaie, o i trombati dal Cda della capogruppo, a mo’ di consolazione.

«Gli esclusi continueranno a partecipare attivamente alla vita delle Cooperative operaie, lo faranno non da componenti del Cda, ma da rappresentanti delle società collegate nelle quali potranno ugualmente mettere a frutto il loro bagaglio di competenze», annunciava ad esempio Livio Marchetti appena rieletto dopo le elezioni dell’ottobre del 2009, che avevano lasciato fuori dalla stanza dei bottoni della capogruppo nomi pesanti, storici, per le Coop di casa nostra. Insomma, un vero compendio proprio del principio di solidarietà. Ma tra manager. Che però, fino a prova contraria, erano e sono l’espressione dei soci votanti.

Il terremoto del 2009 Il salto all’indietro all’ottobre del 2009 non è casuale. Quella tornata elettorale, in effetti, fu un mezzo terremoto. Trombati, tra gli altri, furono l’attuale assessore al Personale di Cosolini Roberto Treu, allora uomo di punta della Cgil, e Denis Visioli, a quel tempo assessore di Bassa Poropat in Provincia in quota Rifondazione comunista: entrambi erano consiglieri d’amministrazione uscenti, furono il primo e il secondo dei non eletti. A chiudere la disfatta dell’ala sinistra delle Coop fu la mancata elezione del coordinatore regionale di Sel Fulvio Vallon, mentre il voto celebrava l’ingresso nel Cda del cattolico del Pd Salvatore Curreli. Un chiaro segnale che il potere delle Operaie si stava consolidando sul vecchio asse Dc-Psi, emarginando l’ex Pci.

L’ala sinistra La fotografia delle partecipate delle Coop operaie in questi ultimi anni mostra tuttavia che Marchetti dev’essere stato di parola. Treu, ad esempio, è stato presidente della Sviluppo estero Srl, partecipata Coop al 99%, che nel’ottobre del 2011 è stata assorbita dalla Grandi iniziative Spa, proprietà Coop al 95%, liquidata a sua volta alla fine del 2013. Presidente della Grandi iniziative è stato proprio Visioli, che come tale poteva staccare un assegno vicino ai 30mila euro lordi.

Quanto a Vallon - che è per l’appunto un esponente di spicco di Sel, partito che non ha mancato l’occasione di criticare la gestione delle Operaie, ed è oggi caposegreteria dell’assessore regionale al Lavoro Panariti, i cui uffici avranno presumibilmente parecchio da fare prossimamente causa esuberi Coop - si ritrova nel Cda della Folium Srl, una delle due immobiliari controllate al 100% dalle stesse Operaie (l’altra è la Cotif Srl) le cui attività sono state appena congelate dalla Procura.

Marchetti Con Folium e Cotif si apre la lista delle poltrone di Marchetti. Il presidente del Consiglio di amministrazione della capogruppo destituito come tale per via giudiziaria il 17 ottobre scorso, uomo di riferimento del blocco socialista riconducibile a Seghene, compare alla presidenza sia di Folium che di Cotif nonché nei cda del Consorzio cooperativo regionale, partecipata al 50% che ha cessato l’attività lo scorso gennaio, della Reparto 7, la Srl detenuta al 40% dalle Coop e presieduta proprio da Augusto Seghene che fornisce in esclusiva a Coop l’ortofrutta, e della Coop Trgovine doo Rijeka, la società di gestione dell’ipermercato di Fiume al 99% della Cotif che da tempo, però, non viene gestita più da alcun Cda: l’ultimo, per la cronaca, era presieduto da Seghene, al quale veniva riconosciuto un gettone da mille euro lordi al mese, ed era completato come consiglieri da 300 euro al mese, oltre che da Marchetti, da Franco Bosio, uomo di fiducia dell’ex democristiano Pd di Pordenone Moretton, presidente delle Coop operaie prima di Marchetti e poi suo vice fino al 2012.

Della Valle Incetta di incarichi, restando nel giro delle immobiliari, non solo per il mega-presidente esautorato, ma anche per l’ex direttore generale assunto nel 2012 da Marchetti e licenziato dal Cda di Marchetti un mese fa. Pier Paolo Della Valle - un passato politico in Forza Italia declinato poi nella dissidente Forza Trieste, e un passaggio anche nella Bella Italia di Sgarbi insieme a Marchetti e Seghene - figura ad esempio nei cda della Folium, della Reparto 7 (qui per lui venne deliberato nel 2011 un compenso lordo annuo pari a cinquemila euro), della Remedium, altra Srl di proprietà Coop al 100%, del consorzio delle Torri d’Europa gestito dalla Cogest Retail e della San Dorligo Carni, la Srl di cui le Coop operaie hanno comprato nel 2013 il 50%.

Da Folium a Reparto 7 Dalla Folium di nuovo alla Cotif: il Cda di quest’ultima, in effetti, tra i due è il più significativo. Vi fanno parte in effetti il quadro Pd Salvatore Dore, il segretario socialista Gianfranco Orel nonché Marcello Canciani, storico direttore generale delle Coop smarcato da etichette politiche, pur riconducibile ovviamente al blocco di potere tradizionale Dc-Psi-Pci. Canciani, nel recentissimo passato, compariva anche nel Cda della Reparto 7 di Seghene, a fianco di Renato Guercio, leader dei grossisti triestini, già al vertice dell’Autoporto di Fernetti, che le cronache non ufficiali danno vicino al centrodestra, e in particolare a Sergio Dressi, suo collega di lavoro di lunga data all’Ortofrutticolo nonché pezzo grosso della fu An. Canciani, ora, ha lasciato il posto nella Reparto 7 ad Andrea D’Orso, testimone attuale di una lunga tradizione di famiglia proprio all’interno del Mercato ortofrutticolo cresciuta assieme allo stesso Dressi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo