Dalla tutela dei dialetti alle protesi: la selva delle commissioni regionali
TRIESTE. Dovesse diffondersi un’epidemia in Friuli Venezia Giulia, la Regione ha la risposta pronta: il “gruppo per il contenimento e la gestione di un’eventuale emergenza infettivologica”. Minori responsabilità ha di certo il comitato per la valorizzazione dei dialetti di origine veneta, mentre in materia di impianti a fune e piste da sci la questione si torna a complicare perché servono ben tre commissioni: una con compiti generali, due più specifiche per esaminare i direttori degli impianti e il personale ai fini dell'abilitazione alle funzioni di sicurezza. No, la mitica commissione chiamata ad autorizzare la raccolta di tartufi non c'è più. Resiste invece la commissione inseminazione artificiale e impianto embrionale, come impone la disciplina della riproduzione animale del 1996.
Ai tempi della giunta Illy fu Adriano Ritossa a fare le pulci, tra l'altro, al «pachiderma Regione». Ma Rodolfo Ziberna, che dell'ex consigliere di An è l'erede tra gli interroganti di Palazzo, ha appena letto l'elenco degli organi collegiali ritenuti indispensabili nel 2016. E non si lascia scappare l'affondo: «Nessuna particolare dieta, il pachiderma resta tale». In quella lista si continua a trovare di tutto e di più. In ogni direzione. Se Ritossa contava nel 2006 un totale di 149 voci, adesso, tra commissioni e comitati, consulte e organismi tecnici, nuclei di valutazione e osservatori permanenti, si arriva a 143.
Alle Attività produttive, per esempio, come da articolo 26 della legge 12/2002, la disciplina organica dell'artigianato, è prevista la commissione per l'esame di qualificazione delle estetiste. Alle Risorse agricole, secondo dettato della legge sull'Ersa, al Tavolo Verde si aggiunge pure il Tavolo Azzurro istituto con delibera di giunta del 14 novembre 2002, data troppo lontana per l'archivio del sito istituzionale. Ma serve riunire persone attorno a un tavolo per tante, tantissime altre cose: sport e biblioteche, musei e minoranze, volontariato e biodiversità, caccia e pesca. E bisogna abilitare direttori tecnici delle agenzie di viaggio, maestri di sci e accompagnatori turistici, guide naturalistiche e speleologiche.
Ci mettono del loro anche le norme statali. In particolare in sanità. Ecco il comitato per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale e quello per i rapporti con i pediatri di libera scelta imposti da un accordo collettivo nazionale. Ma anche il collegio arbitrale per la disciplina di quegli stessi rapporti. Da un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri dell'aprile 2008 spunta poi l'osservatorio regionale per la sanità penitenziaria e da un altro accordo collettivo il comitato Fvg per il percorso nascita. Di più lunga data, risale al 1999, è il gruppo di valutazione per l'aggiornamento dell’elenco regionale dei fornitori di dispositivi protesici. Un anno di più per la commissione farmaceutica, classe 1998. Decisamente più fresca la commissione ormone GH, effetto di una nota Aifa (Agenzia italiana del farmaco) del 2014 che ha limitato la prescrizione dell'ormone della crescita e previsto l'istituzione di un Registro informatizzato per garantire sorveglianza epidemiologica, correttezza diagnostica e monitoraggio dell'appropriatezza del trattamento.
Nella delibera di giunta che mette in fila gli organi collegiali 2016 compaiono tutti i riferimenti normativi da cui hanno origine commissioni, consulte e comitati. Gruppi di lavoro con funzioni amministrative considerate «indispensabili per la realizzazione dei fini istituzionali dell'amministrazione regionale», come previsto dall'articolo 26 della legge 7 del 2000. Negli ultimi tempi, informa la Regione - che ogni anno, alla luce delle richieste delle direzioni centrali, propone l'elenco degli organi collegiali alla giunta -, «si è fatta un'opera di razionalizzazione, ma il numero comunque imponente è dovuto al fatto che si tratta di organi previsti per legge». E dunque non se ne può proprio fare a meno. Non almeno in assenza di una semplificazione legislativa. Il moloch peraltro, fanno ancora sapere gli uffici regionali, come da finalità della 7, è pensato «per conseguire risparmi e recuperi di efficienza nei procedimenti amministrativi».
La caccia al gettone? Il Consiglio regionale ha disposto prima nel 2007 e poi nel 2010 una doppia riduzione del 10% dei compensi previsti per i componenti, con limitazione pure dei relativi rimborsi spese viaggio al costo del biglietto di classe economica o incentivando l'uso dei mezzi pubblici. Gli elementi relativi a composizione, compensi e rimborsi spese degli organi collegiali istituiti in legge rimangono comunque nella competenza specifica delle singole direzioni. Indicativamente, un organo su due opera oggi gratuitamente, mentre tra quelli retribuiti quasi la metà può consegnare un tetto massimo di 70 euro a persona per ciascuna seduta.
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