Dalla sinagoga di Gorizia: «Non dimentichiamo»

Le cerimonie senza pubblico non hanno perso il loro alto valore simbolico. Ziberna: «Guai non riproporle». Drascek: «Coinvolgeremo i goriziani in aprile»
Il sindaco Ziberna depone la corona davanti alla sinagoga di Gorizia (Foto Bumbaca)
Il sindaco Ziberna depone la corona davanti alla sinagoga di Gorizia (Foto Bumbaca)

GORIZIA Il silenzio. Non quello che fa tacere e nasconde ciò che è stato, tentando di sminuire l’enormità della tragedia. Ma quello, partecipe e commosso, di chi è presente per ricordare, capire e tramandare. È il silenzio composto che tanto a Gorizia quanto a Trieste ha accompagnato le cerimonie del “Giorno della Memoria”, condizionate inevitabilmente dalla pandemia e private della consueta robusta partecipazione di pubblico e scolaresche. Se a Trieste la cerimonia ufficiale si è svolta alla Risiera di San Sabba alla presenza, tra gli altri, del governatore Massimiliano Fedriga, del prefetto Valerio Valenti e del sindaco Roberto Dipiazza («Rinnoviamo l’impegno affinché il silenzio non possa cancellare la consapevolezza di ciò che è accaduto», ha detto), a Gorizia il momento culminante si è tenuto in un altro luogo dal fortissimo valore simbolico, l’antica sinagoga di via Ascoli.

Qui, senza pubblico, si sono ritrovati il sindaco Rodolfo Ziberna, l’assessore alla Cultura Fabrizio Oreti e il presidente dell’associazione “Amici d’Israele” Lorenzo Drascek. I tre, depositata una corona ai piedi della lapide che ricorda i deportati della comunità ebraica goriziana, si sono raccolti brevemente a riflettere, in silenzio. «Anche in questi tempi, anche magari solo alla presenza di due persone, guai non riproporre la cerimonia – ha detto a margine dell’incontro Ziberna –. Spesso la sensazione è che le nuove generazioni non abbiano contezza dello spessore della tragedia, ed è proprio a restituirla che serve la memoria».

«In mancanza della cittadinanza è stato importante avere qui il sindaco, che rappresenta tutti i cittadini – ha aggiunto Drascek –. La speranza è di poter coinvolgere nuovamente le scuole e i goriziani in aprile, quando poseremo le pietre d’inciampo». Già perché quest’anno si è deciso di posticipare all’8 aprile la collocazione delle Stolpersteine, che troveranno posto in via Cadorna e presso l’ex ospedale psichiatrico di via Vittorio Veneto in memoria di Elio e Amelia Pavia Michelstaedter, di Emma Morpurgo Valobra e della figlia Elsa Valobra.

Quella in sinagoga non è stata la sola cerimonia. Al Palazzo del Governo il prefetto Marchesiello ha consegnato i riconoscimenti del Presidente della Repubblica ai famigliari dei deportati isontini, mentre il monumento di piazzale Martiri per la libertà d’Italia è stato omaggiato con la consueta cerimonia alla quale, tra gli altri, hanno preso parte il presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin, l’assessore regionale Sebastiano Callari e l’assessore comunale Arianna Bellan. Lo stesso luogo poco dopo ha invece visto la cerimonia per il “Giorno della Memoria” organizzata dall’Anpi Gorizia. –

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