Dalla Rolls alla Balilla: le auto d’epoca di mezza Europa rinascono a Trieste

Luca Danieli, con la “La Nova” di via Caboto, è l’unico in città e tra i pochi in Italia a dedicarsi solo al restauro di veicoli storici
Elisa Coloni

TRIESTE Le lamiere sono il suo pane, le auto d’epoca i suoi capolavori, i restauri impossibili la sua missione: Luca Danieli, triestino, classe 1971, è un carrozziere-artista. Lo dice lui stesso, mentre scopre il suo gioiello di famiglia, una Fiat Balilla del ’33 verde bottiglia meravigliosamente restaurata: «Mi considero un artista e un artigiano, più che un imprenditore», ripete sorridendo. La verità in realtà sta nel mezzo, perché Danieli è tutte e due le cose insieme, creativo, ma anche pragmatico manager di se stesso, ostinatamente deciso a portare avanti l’attività del padre Nevio, anche se non sempre gli incassi ricompensano appieno la fatica. Ma la passione lo traina, e si vede.

Luca Danieli è il titolare della carrozzeria “La Nova” in via Caboto. Vai a fargli visita in una mattina qualunque, nel traffico frenetico della zona industriale fatto di auto, camion, furgoni, e ti imbatti in un sorprendente, quanto fascinoso, salto indietro nel tempo: dallo stile swing degli anni Trenta all’irresistibile irriverenza dei Sessanta.

La Nova è l’unica carrozzeria a Trieste, tra le poche in Italia e in Europa, a occuparsi esclusivamente di auto d’epoca: qui arrivano da ogni angolo del Vecchio continente, in particolare da Austria, Germania e Svizzera, per finire tra le mani esperte di Danieli e riprendere vita.

«Non ho mai fatto molta pubblicità - racconta il titolare - ma il lavoro mi arriva grazie al passaparola, sia in Italia che all’estero. Quando sei tra i pochi a occuparti di un settore di nicchia e fai un buon lavoro, la voce gira e le persone interessate ti cercano. Fortunatamente».

Le origini dell’impresa di famiglia affondano nel 1965, quando la carrozzeria venne fondata dal padre, Nevio Danieli, e dal socio Claudio Matteoni. «Fino a una quindicina di anni fa qui lavoravano 15 dipendenti, in uno spazio di circa mille metri quadrati - racconta - e si portava avanti un’attività di carrozzeria tradizionale, cui a volte si aggiungeva qualche lavoro su auto storiche. Io ho iniziato da giovane, a 13 anni, imparando da mio padre e dal suo socio Claudio, passo dopo passo. Oggi qui sono solo, in 350 metri quadrati; non ho soci, né dipendenti, e già da qualche anno ho deciso di riconvertire l’attività: solo auto d’epoca. Era la condizione indispensabile per continuare a fare questo mestiere, perché io ho bisogno di esprimere la mia creatività, non posso limitarmi a un mestiere meccanico. È un mondo particolare - sottolinea - che richiede tanti anni di pratica e grande attenzione, pazienza e soprattutto passione: non si fa per guadagnare. Per rimettere a nuovo una vettura ci possono volere anche mille ore di fatica. Sono operazioni lente, che necessitano di lunghe attese, idee, prove, test... Infatti di solito riesco a farne una all’anno, non di più. Poi, certamente, ogni giorno mi dedico anche a piccole riparazioni, ma di restauri completi, uno al massimo all’anno».

All’interno della carrozzeria di via Caboto, oltre alla Balilla verde bottiglia, ora ci sono gli “scheletri” in lamiere di altri due gioielli degli anni Sessanta: una Giulietta spider targata Gorizia e una Mercedes 220SE. Oltre ad alcune moto degli anni Novanta. Chi porta in questa officina una macchina lo fa per passione e affetto. Di solito, racconta Danieli, sono uomini tra i 50 e i 70 anni, che vogliono ridare vita a una vecchia auto cui li lega un affetto familiare, o il ricordo di un periodo felice. Sono veicoli che, una volta arrivati in carrozzeria, per “risorgere”, attraversano vari passaggi: prima vengono smontati i vari componenti, poi si passa alla sverniciatura e, subito dopo, alla ricostruzione dei lamierati, poi, ancora, alla preparazione e alla verniciatura e, infine, si rimonta la macchina dopo aver revisionato tutta la componentistica. Lui, da quando fa questo mestiere, di restauri completi ne ha fatti circa 25, e molti altri parziali.

«Ovviamente chi spende del denaro per rimettere in strada queste auto - spiega il titolare de “La Nova” - non lo fa per guidare con i comfort e la velocità delle macchine moderne, ma per pura emozione: si rivive un sogno, mantenendo i pregi, ma anche i difetti della vettura». E quanto può costare un simile sogno? «Difficile da dire - spiega Luca Danieli - perché non c’è un prezzo standard, ogni auto fa storia a sé. Si va da poche migliaia di euro a cifre importanti, che possono superare i centomila euro: sono casi abbastanza rari, ma esistono. Ricordo in particolare un lavoro straordinario, il più importante fatto da me finora, su una enorme Rolls-Royce del 1929, davvero perfetta per un film americano sui gangster: mi era stato chiesto di trasformarla da berlina a cabrio. Ci abbiamo lavorato, in due, per 700 ore. Un lavoro impegnativo, ma meraviglioso»

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