Dalla Pontebbana al bivio di Sistiana: la mappa delle strade killer del Fvg

Report con la classifica delle arterie più pericolose. Alla Pieris-Monfalcone il primato degli incidenti sulle ex provinciali
DE WOLANSKY AG.FOTOFILM TREVISO Preganziol incidente mortale autostrada a4
DE WOLANSKY AG.FOTOFILM TREVISO Preganziol incidente mortale autostrada a4

TRIESTE La A4 da Trieste a Venezia tra le autostrade, la Pontebbana tra le statali, la Pieris-Monfalcone tra le ex provinciali sono le strade più pericolose del Friuli Venezia Giulia. La classifica è contenuta nel Rapporto 2010-16 sugli incidenti stradali, sette anni di fila sotto la lente con l’obiettivo di consegnare alla politica e alle amministrazioni locali informazioni utili per la prevenzione.

A Udine, nel palazzo della Regione, l’assessore alle Infrastrutture Graziano Pizzimenti presenta un volume di 150 pagine, prodotto della sinergia tra servizio Lavori pubblici e Centro di monitoraggio sulla sicurezza stradale-Mitris, con la collaborazione anche di direzione Salute e Insiel. «Uno studio che analizza e mette a disposizione i dati consolidati - spiega Pizzimenti -, rilevando le tratte più rischiose. Il documento consente poi una verifica dell'efficacia delle opere infrastrutturali sul territorio e sarà una delle basi per decidere quali interventi realizzare in un'ottica di corretta pianificazione».

Un lungo elenco quello illustrato da Iliana Gobbino della direzione Infrastrutture, che incrocia fonti diverse e va oltre le fotografie dell’Istat, aggiungendo pure il parametro Daly sugli anni di vita sana persi sulla strada. Mettendo assieme, oltre al Daly, il numero di incidenti e di morti, la densità incidenti per chilometro e il tasso di incidentalità, il Rapporto assegna un “punteggio pericolosità” a ciascuna arteria: più è basso, più la strada è insidiosa. Tra autostrade e raccordi autostradali si parte dalla Venezia-Trieste (602 incidenti, 20 morti, 839 feriti, indice di pericolosità 2,2), a seguire Sistiana-Cattinara (3,2), Palmanova-Tarvisio (3,4), Portogruaro-Conegliano (4,0), Lacotisce-Rabuiese (5,1) e Cattinara-Padriciano (5,9). In coda c’è la Villesse-Gorizia con un indice di 8,7.

Guardando poi alle strade statali e regionali, la Regione informa che la Ss 13 Pontebbana è quella più pericolosa (6,1), quindi la Sr 252 di Palmanova (7,2), la Sr 351 di Cervignano (9,1), la Sr 352 di Grado (10,3) e la Ss 14 della Venezia Giulia (11,1). Nel dettaglio, sempre nel periodo 2010-16, su statali e regionali sono accaduti di fatto un incidente su due (46%) della rete extraurbana, con la Pontebbana (1.230 incidenti, 44 morti, 1.635 feriti) che da sola tocca il 23% del totale. Il focus delle ex provinciali, infine, pone dietro alla Pieris-Monfalcone (97 incidenti, 3 morti, 111 feriti, indice di pericolosità 18,8) la Sandanielese (19,0), la Val d’Arzino (25,8), l’Opitergina (27,7) e la Monfalcone-Grado (28,7).

Non mancano le analisi al microscopio, con il calcolo degli incidenti in un determinato punto della strada. Il bivio Tre Noci di Sistiana risulta così l’intersezione più incidentata della regione (una cinquantina di sinistri all’anno), mentre in provincia di Gorizia i guai maggiori si riscontrano in via I maggio a Monfalcone.

Tra il 2010 e il 2016 si sono contati in Fvg oltre 22mila incidenti stradali, con 596 vittime. Le ore con la maggiore frequenza di sinistri sono quelle della mattinata (10-13) e del tardo pomeriggio (16-19), il giorno più pericoloso il sabato, per il 60% i coinvolti sono uomini, la fascia d’età più ricorrente quella tra i 40 e i 49 anni. Dei 73 morti del 2016, 48 erano conducenti, 10 i passeggeri, 15 i pedoni. Dei 3.507 incidenti del 2016, più di metà (2.002) sono accaduti su strade urbane, con ulteriori 482 su statali, regionali o provinciali entro l’abitato. Gli incidenti su strade extraurbane sono stati 961, di cui 146 in autostrada. La mortalità su strade extraurbane è pari a oltre quattro volte quella sulle urbane.

Guardando infine all’evoluzione temporale, tra il 2010 e il 2016 gli incidenti, dopo una diminuzione nel 2011 e 2012, sono aumentati del 9%, con una riduzione però del tasso di mortalità (da 3,3 a 2,1 ogni 100 incidenti). Gli investimenti di pedoni passano poi da 251 a 371, quelli di biciclette da 450 a 470. —


 

Riproduzione riservata © Il Piccolo