Dalla manovra estiva 41 milioni ai sindaci
TRIESTE. I Comuni insistono. Le Province pure. E alla fine Paolo Panontin, assessore regionale alla Funzione pubblica, si rende disponibile a spostare 5 milioni dal “tesoretto” progettato per il 2015 alle esigenze di cassa 2014. Gli enti locali, soddisfatti di poter contare su 41 milioni dei 72 a loro disposizione da compartecipazioni tributarie, danno così il via libera (16 voti a favore, 4 astensioni) alla manovra estiva della Regione e, nello specifico (17 voti a favore, 3 astensioni), all’articolo 10 sui trasferimenti a Province, Comuni e Comunità montane.
Le premesse
Mattinata educata ma con qualche attrito, ieri, in Consiglio delle Autonomie a Udine. Francesco Peroni illustra nel dettaglio una manovra estiva (da complessivi 314,3 milioni di euro) «da leggere in stretta continuità e coerenza con la legge Finanziaria del 2014, che si occupava della spesa corrente: dedica infatti congrua attenzione agli investimenti» e già approvata in via preliminare dalla giunta la scorsa settimana. Panontin entra poi nel dettaglio dell’articolo 10, quello che dispone le poste a favore della periferia. Con la premessa del direttore centrale Paolo Viola, che spiega come i 101 milioni dei cosiddetti decimini (le compartecipazioni tributarie) di diritto delle autonomie si sono ridotti a 72,2 milioni.
I tagli
La Regione, spiega Viola, si vede “tagliata” per circa 48 milioni dalle disposizioni del decreto 66 “Irpef-spending review” e deve inoltre fare i conti con le modifiche contabili di fine anno scorso (quando il bilancio Fvg era già stato definito) che spostavano una parte di gettito del 2014 al 2013. Il risultato sono 29 milioni in meno per il sistema enti locali.
Il riparto
Dopo di che, in Cal, Panontin presenta un riparto che, inizialmente, non convince. I 72,2 milioni vengono divisi tra i Comuni (5,9 milioni), le Province (707mila euro) e le Comunità montane (121mila euro), con ulteriori poste alle voci comparto unico (714mila euro), addizionale energia elettrica (7,4 milioni), aspettative sindacali (650mila euro), plessi scolastici (550mila euro), casa di riposo di Pordenone (450mila euro), altri fondi (9,7 milioni) e ulteriori assegnazioni straordinarie (20 milioni), un totale di 36,6 milioni di euro. Il resto? 35,6 milioni a fondo globale da utilizzare nel 2015.
Le perplessità
Il primo a obiettare è Roberto Cosolini. Il sindaco di Trieste dice di apprezzare «lo sforzo della giunta e l’equilibrio della manovra», chiede di far slittare il termine per la chiusura dei bilanci dal 15 al 31 luglio (incalzerà subito dopo anche il presidente del Cal Ettore Romoli) e si rivolge a Panontin «affinché quel fondo globale 2015 sia alleggerito in modo da dare ossigeno, a chi ne abbisogna, già quest’anno».
L’impegno della giunta
Alle ulteriori richieste in tal senso delle Province, critiche con Enrico Gherghetta sui «soli» 707mila euro del fondo ordinario, e polemiche con Trieste e Udine sulla scarsa attenzione, con primo «colpevole» il governo, sull’edilizia scolastica, la giunta risponde con un impegno: anticipare 5 milioni di possibile spesa dal 2015 al 2014. Dopo di che, avverte Peroni, la reale disponibilità dipende dalla trattativa in corso con lo Stato per superare i vincoli del patto di stabilità: «La partita è ancora aperta. Nell’attesa della chiusura del tavolo romano, e quindi dall’assegnazione di nuovi spazi finanziari, che riteniamo opportuni per chi, come noi, non è indebitato, le risorse potranno essere spese solo dagli enti locali che hanno liquidità in cassa».
La riforma
A margine della seduta del Cal, Panontin precisa di non essere «responsabile» delle indiscrezioni sulla riforma degli enti locali (una ripartizione del territorio su 18 ambiti): «Meglio sarebbe evitare agitazioni prima delle decisioni finali». E informa infine che, sempre ieri, «con la prima riunione della cabina di regia tra la Regione e le Autonomie, si avvia il percorso formativo del personale del comparto unico concordato con il sistema degli enti locali».
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