Dalla lista intelligente ai calcoli delle quantità: il decalogo anti-spreco per la spesa di Pasqua

L’agroeconomista triestino Andre Segrè: no agli accaparramenti inutili, sì alle buone riserve. In questa fase di lockdown servono meno calorie 
Un carrello della spesa
Un carrello della spesa

Fare la spesa ai tempi del Covid-19: i 10 consigli di Andrea Segrè

TRIESTE Prima di correre al supermercato a fare scorte in vista di Pasqua e Pasquetta, fermiamoci un attimo a riflettere. A tale scopo ci può essere d’aiuto quella che Andrea Segrè chiama la “prova del 9+1”, ovvero un decalogo di mosse per ottimizzare il momento della spesa settimanale e ridurre di conseguenza gli sprechi. I “consigli per gli acquisti” di Segrè – triestino, professore ordinario di Politica agraria internazionale e comparata all’Università di Bologna nonché fondatore della campagna “Spreco Zero”, tra le altre cose – sono resi ancora più attuali dal periodo di lockdown che stiamo affrontando e che, una volta superato, forse ci avrà insegnato ad adottare stili di vita più sostenibili.

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Persone in fila per fare la spesa (Bruni)


Partiamo dai fondamentali: perché è importante fare la lista della spesa?

L’esigenza di programmare meglio gli acquisti in funzione di ciò che consumiamo è un tema cui dedico un apposito capitolo di un mio libro (“Il metodo spreco zero”, Rizzoli Bur, nda). Adesso questa necessità è ancora più stringente, perché non possiamo uscire di casa ogni volta che ci accorgiamo che ci manca qualcosa né attardarci a contemplare gli scaffali troppo a lungo: rischieremmo di congestionare la fila fuori. Ecco che la lista della spesa diventa fondamentale.

E infatti la “prova del 9+1” insegna anche a scrivere liste intelligenti.

Chiediamoci: quanto dura? Quanti siamo? Quanto consumiamo? Facciamo innanzitutto un elenco di tutti i pasti della settimana, programmando i piatti con gli ingredienti più freschi nei primi giorni: mangeremo subito l’insalatona e terremo per ultimi i fagioli in umido. Nel fare ciò calcoliamo precisamente le quantità che ci serviranno, tenendo conto del numero dei commensali e del fatto che in questo periodo abbiamo bisogno di meno calorie, perché ci muoviamo meno.

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La fila per la spesa in largo Barriera (Bruni)


E poi riduciamo le quantità calcolate del 10%: è la quarta dritta. Come mai?

Per non avere avanzi. In cambio possiamo integrare i pasti con qualcosina di sfizioso e al contempo di lunga durata: cioccolata fondente, biscotti, gelato. Proseguendo, il quinto consiglio è di scrivere la lista della spesa ripercorrendo mentalmente il percorso che faremo in negozio, per ridurre i tempi di permanenza. Una volta dentro, poi, approfittiamo delle offerte speciali solo per prodotti a lunga conservazione. Evitiamo l’accaparramento inutile e preferiamogli le buone riserve: comprare 24 bottiglie d’acqua non ha senso, una confezione di verdure surgelate in più invece sì. Il nono punto riguarda fantasia e creatività in cucina, da non sottovalutare.

Infine un consiglio extra.

Seguire la dieta mediterranea, buonissima, sostenibilissima e troppo spesso dimenticata. Possiamo prendere come riferimento la classica piramide alimentare: gli alimenti alla base, ovvero frutta e verdura, non devono mai mancare. Man mano che si sale, la piramide si restringe: legumi e proteine vegetali, poi pesce, fibre e dunque quanto basta di carne. Ma ci sono anche qualche carboidrato, meglio se integrale, e infine zuccheri. Sembrano banalità ma sono l’essenza della vita. D’altronde l’Italia conosce liste della spesa illustri.

Cioè?

Quelle di Michelangelo Buonarroti e Giacomo Leopardi. Durante la Quaresima Michelangelo mangiava perlopiù pesce, pane e vino: una sua lista della spesa, datata 18 marzo 1518, è conservata a Firenze nell’archivio di Casa Buonarroti. Accanto alle parole ci sono i disegni dei cibi corrispondenti, probabilmente a uso del servitore analfabeta. Quanto all’altra lista, ne parla addirittura un libro, dal titolo “Leopardi a tavola”.

La crisi che stiamo vivendo potrebbe accelerare il cambiamento in direzione dell’obiettivo zero sprechi?

Purtroppo abbiamo visto le corse agli accaparramenti, all’inizio del lockdown. Tuttavia credo che alla fine gli sprechi risulteranno diminuiti: la nostra quotidianità ora è cadenzata dai tre pasti canonici, facciamo più attenzione. Già prima dello scoppio dell’emergenza i dati Waste Watcher 2020 erano incoraggianti: sprechiamo il 25% in meno rispetto al passato, e cioè 4,90 euro a settimana per famiglia, in media. Quasi 7 italiani su 10, il 66%, oggi ritengono ci sia una connessione precisa fra spreco alimentare, salute dell’ambiente e dell’uomo. —

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