«Dalla Fiera a Esof, a Trieste sarà l’anno dei cantieri. Feeling sospetto con Russo? Una balla»

Roberto Dipiazza annuncia una pioggia di tagli del nastro e conferma l’intenzione di ricandidarsi in Comune nel 2021 «Non sono mai stato così popolare tra la gente. La contromossa del Pd? Faranno le primarie. E ci sarà pure Gialuz»
Il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza
Il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza

TRIESTE «Mi si può criticare su tante cose, ma non sulle opere pubbliche». È un 2020 a tutti cantieri quello che il sindaco Roberto Dipiazza prefigura alla città, tirando le somme del lavoro fatto quest’anno. Passata la metà del terzo mandato triestino, il primo cittadino in fase “Ottaviano Augusto” spazia dalla Fiera alla galleria di Piazza Foraggi, dal Campus di via Rossetti al Porto vecchio. Tiene stretto il mantra del «momento straordinario» e assicura di aver tutte le intenzioni di ricandidarsi: «Non credo di esser mai stato popolare come ora». Smentisce le liason con il dem Francesco Russo e va giù duro sulla Ferriera: «Il futuro della città non è in una lavorazione a basso valore aggiunto. Quelle si fanno dove gli operai costano 5 euro al giorno». Infine un tesoretto natalizio: «Il valore delle nostre azioni Hera è salito da 140 a 210 milioni di euro».

Sindaco, cosa cambierà a Trieste nel 2020?

È una lista non da poco. Ad esempio partono i lavori per la Fiera a Montebello, il 7 gennaio porteremo l’ultimo atto. Cambierà il volto alla zona. Alla Maddalena invece siamo riusciti a coniugare Despar con la Cervet di Francesco Fracasso: i lavori sono partiti e finalmente ci liberiamo di un buco che rischiava di restare lì vent’anni.

In Porto vecchio arriverà Esof, avrà il centro congressi?

Arriveremo per tempo a luglio, quello che stiamo realizzando là è sotto gli occhi di tutti. Da gennaio partirà anche l’autobus di collegamento.

La cittadella sportiva proposta da Leo Bassi?

Entro le prime settimane di gennaio dovrebbe arrivare il progetto della nuova piscina terapeutica, cui partecipa il Credito sportivo.

Gli ex utenti dell’Acquamarina temono che si tratti di una struttura diversa, non riabilitativa.

Sarà lo stesso modello di piscina, uguale. Non potevamo ricostruire in Sacchetta: è un’area di proprietà portuale e non sappiamo neppure quando si risolveranno le questioni giudiziarie. Il sindaco ha deciso altrimenti.

Il Magazzino 26?

Sono partiti i lavori per l’Immaginario scientifico, ma ci metteremo di tutto e di più, dal Magazzino 18 al museo dell’Antartide e del Mare.

Non è troppa roba?

Abbiamo 38 mila metri quadrati di solai, ce ne vuole a riempirlo. Ci sarà anche il nuovo infopoint.

Ma a cosa serve?

Sarà una specie di hub turistico, ha anche il parcheggio e i servizi igienici. I turisti potranno andare lì per organizzare le visite su tutto il territorio, da Miramare a Postumia, da Rovigno al Collio goriziano. Così li teniamo per qualche giorno a Trieste, ma portandoli in giro.

Qualche giorno fa avete firmato la bozza di accordo di programma sul Porto vecchio con Regione e Adsp. Quale sarà la struttura del Consorzio che dovrebbe nascere in primavera? Lo statuto non è ancora pubblico.

Ma è pronto. Il Comune peserà per il 52%, mentre Regione e Porto avranno rispettivamente il 24%. Non mi par male, anche perché i rapporti fra i nostri tre enti sono eccellenti.

Un tema caldo sarà ancora il futuro della Ferriera e dei suoi lavoratori.

Va chiusa. Da vent’anni dico che avremmo speso meno se avessimo direttamente pagato gli stipendi: fra una cosa e l’altra lo Stato ha investito 800 milioni di euro. Il futuro della città non può stare in un prodotto con basso valore aggiunto, va fatto dove gli operai costano 6 e non 26 euro l’ora.

Resta l’impatto sociale delle crisi industriali.

Tante aziende soffrono oggi. Quel che bisogna fare è un ragionamento serio sul manifatturiero in Italia. Non possiamo lasciare prodotti primari come carne, latte, maiale ai tedeschi. Paradossalmente bisogna ritornare alla terra.

Le scuole cittadine versano in condizioni difficili. Procedete con il progetto di campus in via Rossetti?

Ne ho parlato in un recente incontro con il presidente di Cassa Depositi e Prestiti. Stiamo arrivando alla chiusura: ci sarà una prima fase di affitto al Comune da parte di Cdp, così potremo avviare velocemente i lavori in veste di affittuario. Poi, quando venderemo il mercato ortofrutticolo, daremo loro una quota già fissata in cambio dell’area di via Rossetti. Se venderemo a una cifra maggiore il resto finirà nelle casse del Comune. Gli uffici del Comune ci stanno lavorando.

E il mercato ortofrutticolo alla fine dove va?

Abbiamo acquistato l’immobile della Duke, ma ora è spuntato l’interessamento di un privato verso l’ex manifattura Tabacchi (sempre proprietà di Cdp ndr), che la pensa come un possibile sito per l’ortofrutticolo e anche per il mercato del pesce. Potremmo spostarli là entrambi.

E cosa ne fareste dell’ex Duke a quel punto?

Il Comune è pieno di carte fin sopra la testa. L’archivio cartaceo al momento è in piazza Unità, in spazi che si potrebbero usare altrimenti, e l’ex Duke sarebbe un posto perfetto in cui metterlo.

Il mercato coperto invece?

Gli imprenditori ci hanno presentato il progetto in questi giorni, è molto interessante. Si farà anche questo in project financing, come il centro congressi.

Quando partiranno i lavori della galleria di piazza Foraggi?

Siamo in gara, i risultati arriveranno a inizio anno. Poi ci siamo.

Sulla Tripcovich il Comune ha ricevuto uno scacco da Roma.

Abbiamo perso una battaglia ma non la guerra. Io vado avanti, anche perché i cittadini mi dicono di esser pronti con i picconi.

Venderete altre azioni Hera?

Cosa ne faremo è da vedere. La buona notizia è che il valore delle azioni è aumentato e il nostro 3,5%, che valeva 140 milioni, ora ne vale 210.

Che interventi farete sull’altipiano?

Nei primi giorni di gennaio arriveranno finalmente i dodici vigili urbani a Opicina. Realizzeremo poi la Zona 30, con chilometri di marciapiedi e una maggiore vivibilità del centro. È un progetto della precedente amministrazione.

La segretaria del Pd Laura Famulari dice che vi fate belli con i loro progetti.

Devono decidersi. Prima dicono che loro non potevano fare niente perché c’era il Patto di Stabilità. E fin qui sono d’accordo, è vero. Poi però dicono che tutto quello che facciamo noi l’hanno avviato loro. Mi pare un controsenso.

Lo sport in città.

Tante cose. Abbiamo messo 900 mila euro a disposizione del San Luigi Calcio, che era ancora costretto a usare le strutture temporanee del terremoto del Friuli. Al Vesna rifacciamo il campo. Siamo riusciti a portare l’Under 21 al Rocco, anche se non era semplice. La Figc ci ha chiesto la documentazione da usare come esempio di come van spesi i soldi. E poi c’è la bella impresa del centro sportivo di via Locchi, avviata assieme all’amico imprenditore Enrico Samer.

Passiamo alla politica. Andavate d’accordo con Debora Serracchiani quand’era sua vicina in piazza Unità. Come si trova con Massimiliano Fedriga?

(Mostra una copia del Piccolo del giorno della sua vittoria del 2006. In foto, alle spalle di Dipiazza, c’è un giovane Fedriga con chioma fluente ndr) Ci conosciamo da molto tempo, ormai. È una persona con cui non ho mai avuto un contrasto. Così come ho un buon rapporto con lui che l’ho anche con gli assessori regionali, ad esempio Alessia Rosolen, Graziano Pizzimenti, Fabio Scoccimarro.

Il suo annuncio di ricandidatura è sincero o è un bluff volto a occupare la posizione in vista delle trattative future?

Nessun bluff. Io mi candido alla guida della città, perché sono al terzo mandato ma non ho mai avuto un consenso così alto come in questo momento. Mi ci vuole mezz’ora per andare da piazza della Borsa a piazza Unità, mi fermano tutti. Io questa cosa la percepisco e mi incoraggia.

I possibili sfidanti nel centrosinistra?

Temo che finiranno per fare le primarie tra Francesco Russo e Mitja Gialuz. Puntano su quelle, perché non so se tutti vogliono Russo lì dentro. Ma è un problema loro.

C’è chi dice che fra lei e Russo c’è un’intesa speciale.

Una balla grande come una casa. Io sono un uomo del centrodestra e correrò con il consenso del centrodestra. Abbiamo idee diverse, basti pensare al tema dell’accoglienza. Sono due modi diversi di vedere la politica. Non è un fossato invalicabile, si parla, ma mettere assieme le cose mi pare complicato.

Niente sorprese, insomma.

Ho tutta l’intenzione di ricandidarmi ma senza boutade. Anche perché se mi presento il mio consenso ce l’ho, faccio le cose sul serio. Ho battuto Cosolini, Rossetti, Pacorini. Addirittura Rosato subito dopo la sconfitta di Berlusconi alle nazionali. Mica ho sfidato Rinaldo Calendario e Remo Laguardia. Di chi devo aver paura dopo nomi di questo calibro?

La Lega è la maggior forza di maggioranza e ha prodotto i vicesindaci Pierpaolo Roberti e Paolo Polidori. Vorrà un posto al sole.

Io mi sono messo a disposizione, poi ci sarà il discorso politico. Se qualcuno si farà avanti faremo un confronto, io presenterò le mie istanze a arriveremo a una sintesi. Credo. Ma ora aspettiamo la campagna elettorale. —


 

Riproduzione riservata © Il Piccolo