«Dalla crisi si esce anche collegando impresa e ricerca»
Partire dalla crescita «del rapporto fra il mondo dell’industria e delle aziende da una parte e quello dell’Università e della ricerca dall’altro, per creare i presupposti utili per uscire dalla crisi». Fra i presenti all’incontro di Top 500, è questo il commento da parte del rettore dell’Ateneo triestino Roberto Di Lenarda. «Mi ha fatto piacere constatare che, nei vari interventi, sia più volte emerso questo dato: cioè che il ruolo dell’Università, nel contesto attuale, può e deve essere sempre più rilevante, per assicurare quella crescita intellettuale che è elemento fondamentale per lo sviluppo di un’area come questa». Di Lenarda annuncia che «a breve saranno avviati corsi di dottorato di Intelligenza artificiale, perché dobbiamo essere pronti a intercettare e anticipare le esigenze del mercato e della società, per contribuire così alla crescita del nostro territorio».
Il rettore in proposito, dice che «la ricerca non può essere solo quella applicata. Certo l’intesa fra mondo dell’industria e della ricerca va raffinata e potenziata, ma questa è solo una delle chiavi per affrontare le difficoltà e le problematiche di oggi. Auspico che il Paese sappia superare questa fase di sottofinanziamento della ricerca, cioè una situazione che, in particolare nei momenti di crisi, trovo sia deleteria. Anzi – così Di Lenarda – proprio nei momenti di crisi bisognerebbe puntare sulla ricerca, per ritrovare quello scatto necessario a recuperare la capacità di innovazione e di essere protagonisti sui nuovi mercati». In generale Di Lenarda, ricordato che «non esistono soluzioni semplici a problemi complessi», a proposito del futuro di Trieste ribadisce che «bisogna fare sistema, in modo che tutti gli attori contribuiscano, ciascuno per la propria quota parte, allo sviluppo della società, della politica e dei mercati. In questo contesto l’Università può intervenire in tutti gli step della filiera, accompagnando gli attori».
Sta nella crescita del porto, unita allo sviluppo dei traffici, la chiave di sviluppo per il territorio regionale nel ragionamento di Luca Baucer, della Direzione della Banca di Cividale – Civibank, l’unico istituto con la caratteristica di “istituto popolare” rimasto nel Triveneto. «Trieste deve diventare il collettore dell’economia friulana e di quella del vicino Veneto – annota – nel contesto di una dinamica che veda tutte le realtà imprenditoriali impegnate nella condivisione degli scopi. Anche oggi è stato riconfermato che i numeri della crescita dello scalo della nostra città sono notevoli, grazie all’impulso dato dal presidente dell’Autorità portuale, Zeno D’Agostino ed è su questo che bisogna puntare».
Per Gianfranco Cergol, amministratore delegato di Italspurghi, «sarà indispensabile focalizzarsi anche sulle esigenze delle imprese medie e piccole, perché è vero che la crescita sta premiando, in qualche modo, le grandi aziende, locali, ma non vanno dimenticate quelle di dimensione inferiore ma altrettanto importanti per l’economia locale». —
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