Dalla Cina a Trieste col miraggio di un bel lavoro ma viene costretta a prostituirsi a Roiano
Blitz della Mobile in un alloggio di via Tor San Piero che è stato posto sotto sequestro. In carcere una cinquantaduenne di origini cinesi
Costretta a venti rapporti sessuali in due giorni. La piaga della prostituzione stavolta si è materializzata a Roiano in tutta la sua drammaticità: è dietro la porta di un condominio al civico 3 di via Tor San Piero che una ragazza cinese veniva sfruttata a tutte le ore e fino a sera tardi.
La Squadra mobile diretta dal procuratore Federico Frezza ha arrestato una donna cinquantaduenne – anche lei cinese – ritenuta l’organizzatrice dello sfruttamento della giovane connazionale. L’appartamento utilizzato per gli incontri con i clienti, situato al primo piano della palazzina, è stato sequestrato dalla Procura.
La cinquantaduenne ora è in carcere. Si chiama Jing Chen, è difesa dall’avvocato d’ufficio Enrico Miscia. L’interrogatorio di convalida dell’arresto è in programma oggi, venerdì 6 dicembre.
Le indagini sul giro di prostituzione e la tratta cinese
È da tempo che la magistratura triestina indaga sul giro di prostituzione in mano ai racket cinesi, di cui spesso si è avuta evidenza con le operazioni giudiziarie e nei blitz della Polizia e dei Carabinieri nei “centri massaggi”.
Conseguenza di una tratta di cui si sono viste le dimensioni proprio a inizio estate, con una poderosa inchiesta del procuratore Frezza. L’inchiesta aveva portato a galla un traffico di esseri umani che aveva come canale privilegiato la rotta balcanica e lo sbocco nel confine di Trieste.
L’appartamento a Roiano
Ma stavolta gli agenti della Squadra mobile, dopo mesi di attività investigativa, sono entrati dritti in uno degli appartamenti dove vengono fatte prostituire le giovani. Proprio questo di Roiano. È successo alle cinque del pomeriggio di martedì scorso, 3 dicembre: un poliziotto della Mobile si è finto cliente e ha trovato la ragazza, da sola, dentro l’alloggio di via Tor San Piero 3.
Ciò che è stato acclarato nel corso dei successivi accertamenti fa capire le condizioni cui sono sottoposte le vittime del racket: l’indagata, cioè la cinquantaduenne Chen, aveva fatto venire a Trieste la connazionale promettendole una buona sistemazione occupazionale. Niente di vero. Il lavoro, per lei, approdata qui in città domenica primo dicembre, sarebbe stato vendere il proprio corpo.
Le telefonate dei clienti, gli appuntamenti e pure tutti i guadagni venivano gestiti dalla cinquantaduenne Chen. Era lei quindi a incassare i proventi, come hanno scoperto gli investigatori, senza dare niente alla ragazza, anche se in precedenza le aveva garantito una percentuale, sebbene non stabilita.
La giovane, che non parla nemmeno una parola di italiano, fin dal suo primissimo arrivo a Trieste aveva già i clienti pronti ad aspettarla. E in quei due giorni, da domenica scorsa alle 17 di martedì (data dell’arresto della cinquantaduenne), aveva dovuto consumare venti rapporti sessuali completi con altrettanti uomini.
Strano via vai di ragazze ed estranei
L’arresto riguarda il fatto singolo, scoperto ora dalla Squadra mobile. Ma era da molto tempo, ormai, che i residenti di via Tor San Piero 3 avevano contezza di uno strano via vai di ragazze cinesi nell’appartamento al primo piano, peraltro segnalato anche all’amministratore di condominio dopo le ripetute rimostranze nei confronti del proprietario dell’alloggio.
Gli inquilini notavano di continuo anche la presenza di estranei che si aggiravano negli atri e nei pianerottoli della palazzina. Erano i clienti, insomma, che peraltro talvolta suonavano per sbaglio anche ai campanelli dei residenti. —
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